In Serbia vince il partito del premier

BELGRADO. Un'affermazione forte per il premier serbo, Aleksandar Vucic, e per il suo Partito progressista (Sns). Una grande vittoria per il Partito radicale (Srs) dell'ultranazionalista Vojislav Šešelj, che ritorna vento in poppa in Parlamento dopo essere stato assolto dal Tribunale penale per l'ex Jugoslavia. Una conferma per i Socialisti (Sps) del ministro degli Esteri, Ivica Dacic, sempre secondo partito a livello nazionale. E una magra soddisfazione per la coalizione raccoltasi attorno al Partito democratico (Ds), quarta forza politica a superare sicuramente lo sbarramento del 5%
Sono questi gli esiti essenziali delle elezioni politiche anticipate tenutesi in Serbia. A stravincere, come da previsioni, è stato il primo ministro Vucic. «Srbija pobedjuje», la Serbia sta vincendo, il suo slogan elettorale. Forse non è stata l'intera Serbia a vincere, ma sicuramente l'Sns ha conquistato i favori della maggioranza. Secondo il Centro per le elezioni libere e la democrazia (Cesid), istituto di ricerca che tradizionalmente fornisce accurate proiezioni sul voto alla chiusura dei seggi, i Progressisti di Vucic avrebbero ottenuto la maggioranza assoluta con il 51% circa delle preferenze, secondo dati resi noti alle 22.40.
Sul secondo gradino del podio, a distanza abissale dall'Sns, i Socialisti (Sps) del ministro degli Esteri, Ivica Dacic, intorno al 12%. E tornerà a sedere alla Narodna Skupstina, il Parlamento serbo, anche Šešelj. I suoi Radicali avrebbero conquistato i favori di oltre il 7% dell'elettorato. Poco sopra lo sbarramento del 5% gli europeisti del Partito democratico (Ds), al 5,5% secondo le prime proiezioni. Ds che, per bocca della portavoce Aleksandra Jerkov, ha parlato di serie «irregolarità» nel voto e ha annunciato ricorsi alla Commissione elettorale.
Secondo i primi dati, anche i nazionalisti della coalizione Dss-Dveri avrebbero qualche chance di passare lo sbarramento, ma per una conferma bisognerà aspettare i dati definitivi. Non avrebbe invece superato la soglia minima di preferenze per ottenere seggi in Parlamento l'alleanza liberale raccoltasi attorno all'ex presidente Boris Tadic. L'affluenza, intorno al 55-57%, in crescita rispetto a due anni fa. Se le ultime proiezioni saranno confermate, all'Sns andrebbero 154 seggi su 250, all'Sps 36, ben 23 agli uomini di Šešelj, 16 ai Democratici, 15 a Dss-Dveri.
Difficile che i risultati ufficiali cambino di molto il quadro disegnato dalle proiezioni, almeno per i partiti maggiori. Sicuramente non dovrebbero mutare i contorni della vittoria di Vucic, trasformatosi nel giro di un decennio da ultranazionalista a moderato filo-Europa, che può sicuramente essere soddisfatto dai primi risultati. Due anni fa, l'Sns si era fermato al 48,4%.
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