In vendita a 2,5 milioni l’ex fabbrica di cioccolato

Il curatore fallimentare riprova dopo che il primo tentativo era andato deserto con un prezzo a base d’asta di 3,2 milioni. Area da 44mila metri quadrati
Bumbaca Gorizia 14_11_2017 Sweet stabilimento © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14_11_2017 Sweet stabilimento © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
«Ritenta, sarai più fortunato». Scartavi le
chewing gum
“rosa colorante” e sulla carta leggevi sempre questa frase: le possibilità di vincere qualcosa erano ridotte al lumicino ma continuavi a tentare la fortuna. Era più forte di te.


Ed è un motto che deve aver adottato anche Giuliano Bianco, il commissario liquidatore della “Sweet”, l’azienda dolciaria di via Gregorcic dichiarata fallita. La prima asta, infatti, è andata deserta: il valore di stima era di 3 milioni 229mila euro. Ora, c’è il secondo tentativo con una cifra ribassata a 2 milioni e mezzo oltre l’Iva. Lo si apprende leggendo le comunicazioni affisse all’albo del “Portale dei fallimenti” del Tribunale di Gorizia che ha emesso uno specifico avviso di vendita immobiliare senza incanto «in secondo esperimento».


I beni


in vendita


Come si ricorderà, il fallimento della “Sweet” fu una brutta botta. Si trattava di un’azienda in grande espansione e, in seguito alla chiusura prematura, persero il lavoro 53 persone.


Il complesso industriale messo all’asta è costituito da più fabbricati ad uso produttivo, magazzini e uffici, in parte su più piani, ubicato a Gorizia nella zona industriale di Sant’Andrea, in via Gregorcic 19. Tutta l’area viene venduta in lotto unico. Il corpo costituito dal cosiddetto “fabbricato vecchio” ha una superficie coperta di circa 5.500 mq per un’altezza di circa 4,50 metri, con uffici distribuiti su due piani. Il corpo “nuovo” è più grande: si articola su tre livelli cadauno della superficie di 5.630 metri quadrati circa, di cui il primo al piano interrato per un’altezza media di 2,40 metri, il secondo al pianoterreno per un’altezza utile di 5 metri ed il terzo, al piano primo, con altezza di 5,50 metri nella zona di carico e scarico.


«Il complesso industriale – scrive il curatore fallimentare Giuliano Bianco – insiste su un’area della superficie fondiaria di complessivi 18.625 metri quadrati a cui si aggiungono ulteriori 19.532 dell’area a confine, con accesso da via San Michele, strada di lottizzazione tra i civici 312 e 318, destinata in parte a viabilità di accesso al fabbricato “nuovo” e in parte all’edificazione, anche il lotti frazionati della superficie minima di 4mila mq, di autonomi fabbricati industriali-artigianali».


Lotti


e scadenze


Nel lotto sono, altresì, ricompresi anche due appezzamenti contigui di terreno della superficie di 2. 083 metri quadrati assoggettate al vincolo di esproprio per pubblica utilità. Chi volesse concorrere all’acquisto di tutti questi beni, dovrà far pervenire l’offerta d’acquisto irrevocabile ad un prezzo non inferiore al 75% di quello base. Il tutto dovrà essere inviato all’attenzione del curatore fallimentare entro le ore 13 di venerdì 24 novembre.


Sweet spa era un’azienda specializzata nella produzione di ovetti di cioccolato con sorpresa. Venne costituita nel 1994 da Fabrizio Manganelli e rappresentava il
continuum
di un’esperienza nel settore dolciario iniziata nelle aziende di famiglia (Ilcea sas e Dolceitalia srl).


Nel 1996 venne costruito il primo lotto dello stabilimento di via Gregorcic nel quale venne realizzato un innovativo processo che consentiva la produzione di ovetti bicolore con forma esclusiva e tecnologia di “stampa a freddo” che permetteva la realizzazione di prodotti perfetti e di spessore uniforme senza l’inconveniente della capsula della sorpresa attaccata al cioccolato. La crescita fu talmente imperiosa che la Sweet diventò il secondo produttore di settore dopo il gruppo Ferrero/Kinder. L’azienda vide una distribuzione commerciale essenzialmente concentrata sui mercati esteri (nord Europa e nord Africa soprattutto) e sulla grande distribuzione organizzata, con un rapporto preferenziale con la catena tedesca Lidl. Poi, la cessazione del rapporto con Giochi preziosi coincise con il lento declino della società.


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