Inceneritore dimenticato il Comune ha un piano

È stato uno degli insediamenti più discussi e, da molti, temuti del recente passato a Gorizia, ed oggi è invece un gigante addormentato, che, però, continua a dividere. Parliamo dell’ex inceneritore di Sant’Andrea, a Gorizia e proprio sul “confine” con il territorio di Savogna d’Isonzo, dismesso a metà degli anni Duemila e ancora in attesa di conoscere il suo futuro. A proposito del quale, negli ultimi tempi, stanno emergendo nuove possibili prospettive, dopo che negli anni diversi interessamenti da parte di realtà industriali sono di volta in volta tramontati. Due, in particolare, molto diverse tra loro e, di conseguenza, assolutamente inconciliabili: un nuovo sito operativo e una struttura museale.
Il primo scenario, quello forse più “pragmatico” viene tracciata dal Comune di Gorizia, che non disdegnerebbe di vedere un recupero della struttura del vecchio inceneritore per realizzare un nuovo impianto di recupero materiali da affidare a Isontina Ambiente. «Preciso subito che si tratta di un’idea nata proprio negli ultimi tempi, ed al momento non è nemmeno un progetto vero e proprio, ma solamente un’ipotesi da esplorare - dice l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi -. Penso ad esempio ad un impianto di recupero di rifiuti o materiali che potrebbe avere una valenza provinciale. Ho avuto modo solamente di accennare la cosa a Isontina Ambiente, che non ha escluso la possibilità».
Ed in effetti da Isa confermano una “generale disponibilità” a ragionare con il Comune, pur sottolineando che al momento non c’è ancora nessun tipo di confronto su un’idea o un progetto preciso.
Ma si diceva poi di una seconda proposta, che arriva questa volta dalla vicina Savogna d’Isonzo, per bocca del sindaco Alenka Florenin. Che propone il suo punto di vista, chiarendo però di «non avere la competenza per entrare direttamente nella questione». «Da tempo non ho più avuto modo di confrontarmi con l’amministrazione goriziana sulla questione dell’inceneritore - dice -, ma ritengo che così come è l’ex inceneritore non può restare, non serve a nulla. E visto allora che un suo recupero a fini industriali mi sembra complesso, perché non ripensarlo per uno scopo nuovo? Per didattica, ricerca, scuola, ad esempio: si potrebbe riadattare il sito come una sorta di esempio o museo di architettura industriale».
In tal senso i fondi potrebbero arrivare da bandi appositi e potrebbe essere sfruttata una collaborazione con le sedi universitarie goriziane. Una possibilità che comunque viene subito esclusa dall’assessore Del Sordi: «Innanzitutto l’ex inceneritore non ha le caratteristiche architettoniche adatte ad un riutilizzo simile - dice -, e poi non dobbiamo dimenticare che, trovandosi in zona industriale, ha un valore economico rilevante, può ospitare nuove attività».
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