Incidente con lo slittino a Cortina: fratture per l’avvocato Antonini

Il legale ha perso il controllo lungo la pista del Faloria. Altra triestina soccorsa sulle Dolomiti Friulane
I soccorsi dopo l’incidente avvenuto sulla pista del Faloria. A destra l’avvocato Alfredo Antonini
I soccorsi dopo l’incidente avvenuto sulla pista del Faloria. A destra l’avvocato Alfredo Antonini

TRIESTE. Incidente in montagna per l’avvocato Alfredo Antonini. Il noto professionista, titolare dell’omonimo studio legale triestino di via del Lazzaretto Vecchio, si è procurato due fratture alle gambe con lo slittino.
L’episodio si è verificato nel primo pomeriggio di ieri attorno all’una e venti a Cortina d’Ampezzo.

Antonini, 66 anni, stava scendendo con lo slittino lungo la pista del Faloria, in quel momento chiusa. All’improvviso ha perso il controllo ed è andato a sbattere violentemente contro le reti di protezione.
È stata la figlia a chiamare aiuto, contattando la centrale operativa del Suem (Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica).

Sul posto, come rende noto il Soccorso alpino del Veneto, è intervenuto un elisoccorso, decollato da Pieve di Cadore, che ha tentato di avvicinarsi il più possibile al punto dell’incidente. L’avvocato Antonini è stato immediatamente assistito da un medico e da un infermiere e da un altro tecnico specializzato. I sanitari hanno prestato le prime cure al sessantaseienne, stabilizzandolo e mettendolo in sicurezza. Fin da subito si sospettava una o più fratture su entrambe le gambe.

I sanitari hanno quindi imbarellato l’infortunato e lo hanno issato a bordo dell’elicottero con un verricello di 20 metri. Il sessantaseienne è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Treviso. Gli accertamenti successivi hanno rilevato la rottura della tibia su una gamba e della caviglia sull’altra.

L’avvocato Antonini, raggiunto telefonicamente, ha confermato la vicenda. «Sì, purtroppo mi sono fatto male. Ma insomma, tutto sommato non è niente di così grave. La pista comunque non era propriamente chiusa, la gente saliva con le motoslitte – ma io a piedi – e tornava giù con gli sci. Questo è quello che ho visto. E la pista era perfettamente battuta. Che poi fosse formalmente chiusa, non lo so. Di sbarre non ce n’erano. Per quanto riguarda me, continuerò a lavorare da remoto».

I tecnici del Soccorso alpino e speleologico del Friuli Venezia Giulia sono intervenuti invece per aiutare una trentaseienne triestina che si è fatta male sulle Dolomiti Friulane, poco sotto Forcella Baldas, a una quota di 1.600 metri. La donna, in escursione assieme a una comitiva di amici, si è procurata una distorsione alla gamba che le impediva di proseguire la camminata. Dopo le visite mediche è rientrata autonomamente a casa. —


 

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