Indagine sugli scontri al comizio di Salvini

I disordini di martedì pomeriggio in via San Nicolò al comizio di Matteo Salvini sono destinati ad avere strascichi giudiziari. La Digos, con il supporto della Scientifica, sta passando al setaccio tutto il materiale video e fotografico in possesso. Ci vorranno due o tre giorni per identificare tutti i trenta manifestanti dei centri sociali. Per loro si profilano almeno tre ipotesi di reato: lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.
La Polizia, in sostanza, dovrà stabilire chi ha fatto cosa, in particolare per rintracciare chi ha aggredito il dirigente della Squadra mobile Fabio Soldatich e il vicario del questore Paolo Gropuzzo, il poliziotto in borghese che aveva cercato di strappare un fumogeno dalle mani di un giovane e, nel tentativo, è finito sull’asfalto sotto i colpi dei dissidenti. Circostanza che ha innescato la carica della Polizia. Stando alla versione della Questura, il ragazzo avrebbe potuto lanciare l’oggetto (o era in procinto di farlo) contro la folla che stava ascoltando il leader leghista pochi metri più in là. Ma in un articolo pubblicato dai manifestanti sul sito “Infoaction.it” non si parla di fumogeni, bensì di una semplice “tromba”. Con le immagini si dovrà stabilire la completa verità: primi piani e intere sequenze degli episodi non mancano. Come quella del gruppo di agenti che picchia un giovane ormai a terra davanti al Roma 4. Gli uomini in divisa, prima della carica, avevano già fatto partire un’azione di alleggerimento per allontanare il gruppo di agitati che tentava di sfondare il cordone di sicurezza. Al momento, comunque, le indagini sono ancora in piedi e non risulta alcun denunciato. Dopo gli accertamenti partirà la segnalazione all’autorità giudiziaria. Andrà infine verificato se dietro ai manifestanti, perlopiù ragazzi, c’era un coordinamento. Insomma, qualcuno di ben più esperto di cortei e proteste che manovrava nelle retrovie. È stato confermato, intanto, che a sostegno della Polizia di Trieste martedì sono intervenuti anche gli agenti e i mezzi del Reparto mobile di Padova. È la Celere, addestrata appositamente in caso di situazioni più a rischio per l’ordine pubblico. È salito a cinque, inoltre, il numero di agenti contusi, guaribili al massimo in dieci giorni.
Tra i ragazzi che hanno preso parte alla protesta non risulterebbero feriti. «Io spero che per questa gente ci siano conseguenze», dichiara il capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimiliano Fedriga. «Basta con l’impunità. I nostri poliziotti prendono botte, fanno indagini e poi finisce sempre che i colpevoli restano in libertà. Io - insiste - propongo di mandarli a fare lavori socialmente utili, a pulire le scritte sui muri e a riparare i danni che fanno. Ripeto, non vogliamo l’impunità». Nessun danno, comunque, per gli esercenti della zona: soltanto qualche ammaccatura per le sedie e i tavolini del Roma 4 che nella bolgia del momento sono stati utilizzati dai dissidenti per colpire i poliziotti. Più di qualche negoziante martedì pomeriggio ha preferito abbassare le serrande e attendere che ritornasse la calma prima di riaprire regolarmente l'attività ai clienti.
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