Indennità di malattia in ritardo: si sblocca il caso dei marittimi. A Trieste 200 gli interessati

Concordata una revisione dei criteri per l’ottenimento dei pagamenti e definito l’obiettivo di chiudere le pendenze entro fine mese.
Lasorte Trieste 15/05/2007 - Rimorchiatore
Lasorte Trieste 15/05/2007 - Rimorchiatore

TRIESTE. Procedure più chiare per avere accesso alla copertura della malattia e al pagamento degli arretrati.

È il risultato a cui i sindacalisti dei 200 marittimi di Trieste hanno concordato bisogni arrivare entro marzo, durante un incontro con i vertici dell’Inps triestino.

È l’ultimo risvolto locale di una battaglia che i naviganti affrontano a livello nazionale da anni, arrivando fino al parlamento. Un fronte caldo a Trieste, dove secondo i sindacalisti ulteriori ritardi porterebbero «a forme di protesta che coinvolgerebbero l’intero sistema portuale».

Le indennità di malattia sono diventate un problema da quando l’ultima incarnazione della vecchia Cassa marittima è confluita nell’Inps, nel 2014: in caso di malattia o di infortunio i marittimi non sono coperti attraverso il datore di lavoro, ma devono rivolgersi direttamente alla cassa.

Il passaggio all’Inps ha comportato in tutta Italia dei rallentamenti nell’erogazione, come spesso avviene quando delle procedure, tradizionalmente in capo a un ufficio, vengono passate ad altro ente. Il risultato, spiegano i sindacati, è che molti lavoratori rinunciano a mettersi in malattia pur di non dover fronteggiare difficoltà economiche.

Nel settembre del 2019 i lavoratori triestini avevano organizzato una protesta davanti alla sede Inps di via Sant’Anastasio. «Le cose erano andate migliorando, ma solo per un periodo», spiega il marittimo Riccardo Segarich, tra gli animatori delle mobilitazioni: «Ora siamo di nuovo in grande difficoltà».

Nell’ultimo mese sono stati interessati al problema sia la Capitaneria di porto che gli armatori, che già si erano mossi in sostegno ai lavoratori.

La settimana scorsa una delegazione sindacale composta da Paolo Peretti (Filt-Cgil), Alessandro Mazzucca (Fit-Cisl), Sandro Jerman (Uiltrasporti) e Gabriele Bonet (Ugl) ha incontrato in videoconferenza il nuovo direttore provinciale della sede Inps di Trieste Alessia Croce, assieme alle responsabili marittimi Alessandra Bolis e Annamaria Petracca.

Le sigle hanno evidenziato, spiegano, «attraverso vari casi una serie di inaccettabili ritardi che complicano non poco la vita stessa dei marittimi e delle loro famiglie».

Commentano i sindacati: «Soprattutto in questo periodo di pandemia non possiamo far passare il messaggio che, per un lavoratore bisognoso di cure, è meglio tirare avanti non curandosi perché se sbarca rimane senza reddito, abbassando così sia la qualità della salute dei lavoratori che la sicurezza dell’intero comparto».

L’esito dell’incontro è stato positivo, spiegano i sindacati, esprimendo apprezzamento «per le aperture dell’Inps»: l’obiettivo concordato è una revisione del vademecum con i criteri per l’ottenimento dell’indennità. Concludono le sigle: «Ferme restando la positiva collaborazione riscontrata e la prevista risoluzione di tutti i pagamenti pendenti entro il corrente mese di marzo, abbiamo ben chiarito che, dato l’alto livello di esasperazione dei marittimi, al ripetersi di tali situazioni seguirebbero delle coerenti forme di protesta che coinvolgerebbero l’intero sistema portuale, perché tali situazioni non possono più essere tollerate».

Il tema è stato oggetto di un’interrogazione del parlamentare FdI Walter Rizzetto al ministro del Lavoro Andrea Orlando: «In tanti anni l’Inps non è riuscito a velocizzare le procedure per corrispondere le indennità di malattia in tempi ragionevoli ai marittimi - scrive Rizzetto -. Nei mesi di attesa dell’erogazione, questi lavoratori restano senza alcun reddito poiché l’indennità è sostitutiva dello stipendio».

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