Infermiera svuota il conto all’anziano ricoverato

Ottantotto anni. Solo per buona parte delle sue giornate, ospite in una casa di riposo. Derubato, senza pietà, degli ultimi risparmi di una vita, 12.500 euro. Come? Gli hanno soffiato chiavi di casa e bancomat dal comodino, accanto al letto. Forse mentre dormiva, o quando era in sala da pranzo.
Il furto è avvenuto nella struttura in cui l’anziano era ospite, “La tua casa” di via Giulia, gestita dall’imprenditore Enrico Ramazzina. La sospettata numero uno, anzi l’unica al momento, è una dipendente di tale residenza, ora ex dipendente: la cinquantacinquenne Vesna Stanisavljevic, di origini serbe.
La donna è stata indagata dalla Procura di Trieste: il pubblico ministero Lucia Baldovin, il magistrato titolare del fascicolo di indagine, ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Stanisavljevic comparirà mercoledì prossimo davanti al giudice Luigi Dainotti per l’udienza preliminare.
Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire così il caso. Bancomat e chiavi sarebbero stati rubati all’inizio dell’anno scorso, il 23 gennaio 2018.
Non si sa esattamente come sia stato scoperto il furto. Probabilmente i parenti, a un certo punto, devono essersi accorti degli improvvisi ammanchi sul conto corrente dell’anziano. E dei numerosi (e consistenti) prelievi allo sportello. Chi li faceva se l’ottantottenne era in casa di riposo? Quel che è certo è che l’uomo si è trovato all’improvviso senza il bancomat né le chiavi dell’abitazione di origine. Sarebbero spariti, come detto, dal comodino della stanza in cui alloggiava.
La cittadina serba, stando alle ipotesi di accusa, sarebbe riuscita anche a impossessarsi del codice. Non si esclude che l’anziano possa averlo annotato nel portafogli, se non addirittura sul bancomat stesso. Ma sono ipotesi.
Vesna Stanisavljevic, in un modo o nell’altro, possedeva la carta e i numeri segreti dell’ottantottenne che assisteva quotidianamente in casa di risposo. Poi avrebbe utilizzato il bancomat a piacimento, come se fosse suo. E per mesi: dal gennaio al maggio del 2018. In tutto quel periodo avrebbe ritirato dallo sportello ben 12.500 euro.
Dai responsabili de “La tua casa”, al corrente della vicenda giudiziaria, nessun commento. La struttura risulta, comunque, completamente estranea ai fatti.
La cinquantacinquenne, invece, che sul proprio profilo Facebook si presenta come «infermiera», non risulta più alle dipendenze di Ramazzina.
Non sarebbero stati presi provvedimenti nei suoi confronti perché, come fanno sapere dalla stessa casa di riposo di via Giulia, l’operatrice se n’è andata autonomamente nei mesi scorsi.
Per la serba, dopo le indagini, ora si aprono le porte del Tribunale. L’imputata dovrà rispondere di furto: un’ipotesi di reato, quella formulata dal pubblico ministero che ha diretto le indagini, aggravata dal fatto che la donna avrebbe abusato del proprio ruolo di operatrice, approfittando di una persona anziana, ospite di una casa di riposo. E quindi indifesa.—
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