Inpdap soppressa protestano i dipendenti

di Elisa Lenarduzzi
«Dipendenti, iscritti e pensionati piangono la triste scomparsa dell’Inpdap, morto nell’indifferenza generale il 31 dicembre 2011. Le esequie si terranno il primo gennaio 2012: niente fiori, ma solidarietà». Un annuncio mortuario in piena regola. Così, con un gesto tanto eloquente quanto provocatorio, il personale della sede Inpdap di Gorizia ha scelto di manifestare la propria rabbia per la decisione del governo Monti di sopprimere, col decreto “Salva-Italia”, l’ente previdenziale dei dipendenti della pubblica amministrazione, che con i suoi 3,3 milioni di iscritti e 2,7 milioni di pensionati è destinato a confluire, assieme all’Enpals, nel cosiddetto “super Inps”. Un passaggio che si preannuncia tutt’altro che indolore sia per i dipendenti - si parla di ben 700 lavoratori in esubero a livello nazionale - sia per gli iscritti e i pensionati, che temono per la continuità dei servizi erogati soprattutto sul fronte del welfare, tra mutui, prestiti, borse di studio e aiuti agli anziani.
Da qualche giorno, nella sede goriziana di via Roma, sindacati ed Rsu hanno proclamato lo stato di agitazione: la scelta è stata quella di non interrompere del tutto l’attività allo sportello, ma di tenere aperta almeno una postazione per non svantaggiare troppo l’utenza.
La protesta, però, continua: proprio ieri mattina in via Roma si è svolto un mini-presidio, con volantinaggio, raccolta firme e una miriade di striscioni e cartelli tappezzati sulle pareti esterne della sede. Uno su tutti il perentorio: “L’Inpdap non è un ente inutile». «Si tratta del secondo polo previdenziale italiano, eppure il governo ha deciso di sopprimerlo senza nemmeno sentire i sindacati - spiega Sofia Terpin delle Rsu, tra le protagoniste della protesta assieme a Clelia Pian (Rsu), Erica Mozetic, Debora Scarpati, Alessio Bergamasco della Cisl e il segretario della Cgil-Fp Luca Manià -. Ora c’è tanta preoccupazione per il destino di noi dipendenti, ma anche incertezza sulle prestazioni. L’unica cosa di cui siamo sicuri è che esiste un verbale della Ragioneria di Stato in cui si afferma che non c’è alcun risparmio nel cancellare l’Inpdap, ma anzi un aggravio dei costi nei primi tre anni. Allora perché questa scelta?».
L’obiettivo delle sigle è quello di arrivare perlomeno a una fusione che garantisca all’ente di mantenere intatti identità, prestazioni e posti di lavoro.
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