Inquinamento da vanadio alla centrale durante la bonifica: estese le indagini

Rilevati sforamenti dei limiti per il metallo nel suolo sotto il serbatoio 5: A2A ha avviato lo scavo di altri mille metri quadrati
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.02.2016 Centrale A2A-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Laura Borsani

Concentrazioni di vanadio superiori ai limiti di legge sono state rilevate nel sottosuolo della centrale termoelettrica cittadina. Tanto che A2A, già impegnata nell’attività di bonifica dell’area, ha dovuto proseguire le indagini.

Si tratta in particolare di una superficie di circa mille metri quadrati, ricoperta da calcestruzzo, da scavare ai fini della bonifica e quindi del rientro nei parametri previsti dalla normativa. È un primo progetto quello messo a punto dall’azienda che ha individuato solo due zone, che saranno soggette agli scavi. Il tutto, dunque, finché le analisi non confermeranno la conformità ai limiti di legge.

Dipenderà a questo punto dall’esito di questa ulteriore campagna di rilevamento la risoluzione dell’evento inquinante oppure la necessità di dover intraprendere altre indagini. Parliamo di perdite evidentemente storiche, come le ha definite la stessa A2A, presumibilmente risalenti almeno al periodo in cui l’area era stata coperta dal calcestruzzo. Sicuramente comunque quando la centrale non era ancora di proprietà della multiutility.

Da qui si parte, dai sondaggi che erano stati eseguiti, secondo normativa, una volta eliminati i due serbatoi. Durante le attività di verifica, era stato rilevato nel suolo sotto il serbatoio 5 un quantitativo di vanadio (il vanadio è presente naturalmente negli idrocarburi) in concentrazioni superiori alla soglia massima consentita.

Si ricorda che A2A nel 2012 aveva chiuso l’attività produttiva che utilizzava gli impianti alimentati ad olio combustibile (Gruppi 3 e 4).

L’azienda pertanto aveva istruito la relativa procedura, culminata l’8 marzo 2019 nel progetto di bonifica, che era stata effettuata tra settembre dello scorso anno fino a febbraio 2020. Completata l’operazione, con l’asporto di tremila metri cubi di terreno, erano seguite, sempre come da procedura, le analisi del fondo scavo del terreno.

Ma se i campioni prelevati dal piano di scavo non erano risultati più inquinati, quando sono stati misurati i limiti a parete, ossia lungo il bordo dello scavo, alto circa un metro, non senza sorpresa erano emerse le maggiori concentrazioni di vanadio.

Su sei campionature lungo la frontiera dello scavo, infatti, quattro erano risultate non conformi ai limiti di legge, superando il valore di concentrazione massimo previso di 250 milligrammi per chilo fino ad un massimo di 900 milligrammi per chilo.

La parete dello scavo peraltro alla vista era risultata ricoperta da uno strato limoso nerastro, inducendo quindi ad approfondire le verifiche che hanno rivelato i valori non idonei del vanadio.

Una scoperta che ha fatto riflettere, nel presupporre come nel tempo, e comunque prima dell’asfaltatura della superficie in questione, si possa essere verificato un evento inquinante suppletivo. L’individuazione delle anomale concentrazioni del metallo pesante fuori serbatoio, infatti, ha posto il dubbio in tal senso rispetto alle perdite già bonificate nell’ambito del completamento del progetto concordato lo scorso anno.

Entro i limiti, invece, gli idrocarburi.

Considerata l’imprevista situazione, l’azienda A2A ha messo in atto le necessarie e dovute procedure per proseguire nell’indagine del terreno, a questo punto esteso di altri circa mille metri quadrati.

L’azienda quindi ha proceduto all’elaborazione del relativo progetto-bis che consiste nello scavo di almeno un migliaio di metri cubi.

L’attività è in corso, A2A ha inoltrato al Comune di Monfalcone la comunicazione in ordine all’estensione del monitoraggio al di fuori del basamento del serbatoio 5, e procederà fino al rientro dei valori di vanadio nei limiti di legge fissati.—

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