Interessi del 120%, due usurai a processo

Sotto accusa Guido Ghersevich e Lorenzo Mezzullo. Prestavano soldi anche per comprare la droga
Lasorte Trieste 10/09/09 - Via delle Linfe, Scoppio, Baldovino
Lasorte Trieste 10/09/09 - Via delle Linfe, Scoppio, Baldovino

Dieci per cento di interessi al mese. Pari al 120% l’anno. Soldi prestati per comprare droga. Ma anche per l’acquisto di attrezzature per uno studio odontoiatrico. Sotto accusa Guido Ghersevich, 55 anni, e Lorenzo Mezzullo, 43. Il gip Laura Barresi li ha rinviati a giudizio accogliendo le richieste del pm Lucia Baldovin. Compariranno in aula il prossimo 16 aprile.

Ghersevich e Mezzullo hanno effettuato svariate operazioni finanziarie ritenute fuorilegge. Alcune di queste, cui si riferisce il primo capo d’imputazione, portano la data del 2013. Con dieci mesi di interessi che hanno praticamente raddoppiato l’entità del capitale versato a un “cliente” giunto ai due dopo varie peripezie e soprattutto dopo innumerevoli dinieghi da parte degli istituti di credito. Aveva trovato le porte sbarrate. Ma in questa vicenda si inserisce anche il pagamento di duemila euro a un tossicodipendente. Soldi, insomma, prestati per acquistare la droga. Il secondo capo di imputazione riguarda solamente Guido Ghersevich, difeso dall’avvocato Dario Lunder. È accusato di essersi fatto restituire con gli “interessi” prestiti da 500 e 900 euro, erogati con cadenza mensile, all’odontotecnico Francesco Giormani. Due anni e mezzo tra versamenti e restituzioni iniziati nel 2012. Un vero e proprio fiume di denaro “pagato” dalla vittima a caro prezzo: oltre tre volte il proprio effettivo valore.

Ai due - peraltro conosciuti dalle forze dell’ordine per vari episodi di truffe e usura - gli agenti della Squadra mobile erano arrivati grazie all’intercettazione delle conversazioni di un tossicodipendente nel corso di un’indagine parallela relativa a un traffico di droga.

Ghersevich, anni addietro assiduo “collaboratore” di alcuni investigatori della stessa Squadra mobile, qualche anno fa è stato coinvolto in una vicenda di riciclaggio di veicoli rubati. Era emerso che assieme a due complici firmava i contratti a noleggio delle auto e poi una volta ottenuta la consegna delle vetture, veniva organizzato un finto furto.

Il nome di Lorenzo Mezzullo, difeso dall’avvocato Federico Stricca, ricorda la vicenda di una maxitruffa da 300mila euro nel 2005 ai danni del rampollo di una facoltosa famiglia triestina. Assieme a dei complici gli aveva fatto credere di essere collegato a esponenti di primo piano della mafia e lo avevano obbligato a versar loro il denaro. Alla fine Mezzullo e i complici erano stati arrestati. Francesco Giormani, presunta vittima dell’usura, è finito lo scorso anno alla ribalta della cronaca per una vicenda di esercizio abusivo della professione medica. Nel mese di dicembre gli agenti della Squadra mobile avevano sequestrato il suo studio dentistico abusivo al primo piano di uno stabile di corso Saba. Secondo l’accusa Giormani aveva esercitato la professione di dentista eseguendo su svariati pazienti interventi senza però essere in possesso della laurea, né dell’abilitazione professionale. (c.b.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo