intervista»L’assessore al coMMERCIO
Luca Fasan, 52 anni, commerciante e impreditore, si presenta con un programma che, se realizzato nella sua interezza entro il primo anno, lo consegnerebbe alla storia. Assessore al Marketing territoriale, ma soprattutto al Commercio, è stato scelto dal sindaco Anna Cisint per ricucire uno strappo con la categoria di negozianti, esercenti e artigiani che, negli ultimi anni, è diventato una voragine di incomprensioni. A senso unico contro l’amministrazione. Su come procedere ha idee cristalline. Investimento su eventi per creare attrazione, parcheggi a go-go (soprattutto a rotazione), regole inflessibili e obiettivo fermo sulla qualità merciologica da proporre a chi visita Monfalcone.
Ha già incontrato le categorie?
Appena eletto ho subito avuto contatti con Ascom, artigiani e Viva centro. Per diversi anni mi sono occupato di tavoli di concertazione con l’ex giunta e penso di avere le idee ben chiare sulle strategie con cui superare la crisi.
Per esempio?
L’eliminazione della corsia preferenziale di via Rosselli è sempre stato un cavallo di battaglia. Io e Bratina c’abbiamo combattuto su a lungo. Il commercio non ne ha mai avvertito l’esigenza e all’inizio doveva essere solo propedeutica a un multiparking rialzato che si sarebbe dovuto fare in via Giacich e di cui alla fine non si fece più nulla. Al posto della corsia ben vedrei la possibilità di inserire la sosta.
Più parcheggi, dunque. Blu o a rotazione?
Rotazione, senza dubbio.
Quale altra area va ripensata?
Mi preme la riqualificazione di viale San Marco, con un nuovo piano di parcheggi a pettine su via Carducci, lato sinistro, fino al commissariato. Creando sosta l’area può diventare commercialmente più appetibile.
Ma così non si rischia di favorire il privato?
Parliamoci chiaro: la città non può continuare a convivere col “buco nero” dell’ex Oviesse. E la situazione potrebbe perdurare a tempo indeterminato. Dobbiamo creare le condizioni per farlo ripartire. In ogni caso la modifica della viabilità giova in primis ai cittadini, mentre il privato viene solo messo nelle condizioni di lavorare. Non si favorisce alcuno.
Tra i commercianti c’è chi vorrebbe un ritorno del “biscotto” in piazza...
Dal punto di vista sentimentale tutti lo desidererebbero, ma ormai così è e così resta. Però si può modificare l’indirizzo, per esempio creando dei posteggi veloci, sempre a disco, per dare un po’ di ossigeno alla farmacia e al bar. La piazza appare oggi deteriorata, mentre dovrebbe essere il salotto buono, fungere da fulcro per l’animazione. Noi abbiamo iniziato con la pista di pattinaggio, che abbiamo voluto più grande, con struttura trasparente in crystal e che intendiamo riproporre il prossimo Natale, con eventi cadenzati e fissi, di anno in anno. E magari con la proposta di un gemellaggio con Ronchi, istituendo squadre di hockey o curling per sfidarsi in casa e in trasferta.
Sugli eventi che idee ha?
Intanto basta con iniziative spot: dobbiamo consolidare quello che di bello abbiamo, coinvolgendo i commercianti. Penso al Carnevale e sarebbe bello che per quel periodo tutte le vetrine fossero addobbate a tema. Siccome il fine è di rivitalizzare il centro abbiamo intenzione di calendarizzare ogni mese delle iniziative, per dare occasione alle persone di venire qui e vedere i nostri prodotti. L’ambizione è di recuperare la clientela dell’altipiano, un tempo zoccolo duro del commercio locale e ora migrato altrove. Per farlo dobbiamo presentare una città bella e viva. Inoltre a breve creeremo una pagina di Facebook ad hoc per veicolare tutte le informazioni sulle iniziative.
Uno dei problemi annosi è quello dei locali commerciali sfitti, pensa di esercitare la leva fiscale per cambiar trend?
Non credo che l’abbassamento della pressione fiscale sia propedeutica al commercio. O comunque in sè non è sufficiente. L’essenziale è riportare la città a un livello di qualità e fruibilità tale da convincere la gente a comprare qui. Solo così si riaccenderanno le insegne. Altrimenti è puro assistenzialismo. E non porta da nessuna parte.
Come intende comportarsi coi negozi etnici? Ha incontrato la categoria?
Ancora no. Da gennaio partiranno controlli capillari in via Sant’Ambrogio per verificare l’osservanza delle disposizioni. La prima delibera emessa da questa giunta è stata sul decoro, in merito alle aree di maggior pregio e in particolare quell’arteria centrale. Non si capisce come mai chi esercita da tanti anni sul territorio debba avere dei competitor che seguono altre regole.
Cioè?
Purtroppo via Sant’Ambrogio è diventata una spina nel fianco della città: dobbiamo far sì che ogni attività si adegui agli stessi indirizzi su esposizione, allestimento vetrine e pulizie cui sottostanno gli esercizi storicamente radicati qui.
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