Isola di Dassa, niente vendita «Diventi riserva naturale»

Risale ormai a vent'anni il primo annuncio di messa in vendita dell’isolotto di Dassa, che veniva posto all’epoca sul mercato al prezzo di tre milioni di dollari. Da allora e fino ai giorni nostri non c'è stata alcuna seria offerta di acquisto per quest’isoletta disabitata dell'arcipelago raguseo delle Elafiti, posta di fronte al porto di Gravosa: un’area di cinque ettari e di altitudine massima di 24 metri.
A smuovere da ultimo le acque ci ha pensato il Comune di Dubrovnik (Ragusa), il cui sindaco Andro Vlahuši„ ha incontrato i rappresentanti delle due famiglie proprietarie di Dassa, i Malaga Galjuf e gli Ucovi„ Dorsner, famiglie entrambe residenti a Lima, capitale del Perù. Per la precisione, il 54% dell’isola appartiene agli Ucovic Dorsner, e il resto ai Malaga Galjuf. Accompagnato da Mario Tevsi„, direttore dell'istituto pubblico Lokrum, il primo cittadino ha esposto ai proprietari i progetti della Città relativi a Dassa, mirati a farla diventare una riserva naturale integrale, nella quale dunque non sarebbe permesso alcun intervento antropico. Dassa diverrebbe un'area protetta, da valorizzare, senza alcun contenuto commerciale, e sarebbe aperta a cittadini e turisti in modo tale da non compromettere in alcun modo l'equilibrio ambientale.
«Il primo incontro è andato bene - ha dichiarato il sindaco Vlahovic - i nostri interlocutori peruviani hanno apprezzato la serietà e il merito delle nostre intenzioni». Alle famiglie, ha proseguito il sindaco, «abbiamo proposto tre modelli». Il primo, che esclude la compravendita, prevede che Città, vigili del fuoco e dipendenti dell'istituto Lokrum puliscano e mettano in ordine l'isola, in special modo l'area della chiesetta e del cimitero. «I proprietari non hanno finora dimostrato interesse nel farlo - ha commentato il sindaco - cosicché questo verdissimo isolotto è carico di rifiuti e a rischio incendi. La nostra intenzione è quella di fare pulizia e ordine, senza ricevere nemmeno un centesimo dai proprietari».
Il secondo modello proposto contempla invece la vendita alla municipalità di Dassa, che verrebbe poi gestita dall'istituto Lokrum. Si tratta dell’ente che ha già in cura l'isoletta di Lacroma, situata a poca distanza da Dubrovnik e anch'essa riserva naturale, un’area nella quale è vietato portare cani, lasciare rifiuti o accendere fuochi all'aperto. A Lacroma non si può nemmeno accendere una sigaretta o trascorrere la notte sull'isola. Le stesse regole, in caso di nostro acquisto, varranno anche per Dassa. «C'è poi il terzo modello - ha aggiunto Vlahuši„ - e riguarda la vendita parziale oppure la locazione. In ogni caso, questo gioiello delle Elafiti non sarà commercializzato».
Il sindaco non ha voluto parlare di cifre per l'eventuale acquisto dell'isola.
Ricordiamo che Dassa è tristemente famosa per la strage compiuta nel 1944 dalle truppe partigiane di Tito che sull'isola liquidarono senza processo 53 ragusei, sospettati di essere collaboratori filonazisti, tra i quali l'allora sindaco Ivo Karlovi„. A Dassa c'è un monumento che ricorda il massacro, con i nomi delle vittime. L’isola vanta inoltre uno splendido faro, costruito all'epoca dell'Impero austroungarico.
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