Isola sotto choc per il forfait dei frati «Il Santuario di Barbana è a rischio»

GRADO. La diocesi attende una comunicazione ufficiale da parte della Provincia dei Frati minori circa il ritiro dell’Ordine dalla cura pastorale del Santuario di Barbana. È questa la prima precisazione che l’addetto stampa dell’arcidiocesi, Mauro Ungaro, fa davanti all’annuncio del frate priore.
Il vescovo Carlo Maria Redaelli, insomma, attende le notizie ufficiali prima di rilasciare una sua precisa dichiarazione. «Da parte dell’arcidiocesi di Gorizia – spiegano dalla diocesi – come ribadito più volte in questi mesi, l’auspicio è che la presenza dei religiosi possa continuare sull’isola considerato soprattutto il servizio di accoglienza e ascolto che, nel corso di questi decenni, hanno sempre svolto divenendo un preciso punto di riferimento non solo per i gradesi ma anche per tutti i pellegrini che hanno varcato e ogni giorno e con ogni stagione varcano le porte del santuario».
È evidente, in ogni caso, che una soluzione sarà trovata poiché Barbana non può chiudere, nemmeno durante i mesi più freddi. Il tema generale dei commenti post notizia del ritiro dei frati da Barbana, è a ogni buon conto di grande dispiacere e anche di rabbia nella comunità gradese. «Dopo quasi un secolo se ne vanno… come non essere dispiaciuti», dice Maurizio Tognon presidente dei Portatori della Madonna di Barbana. Tognon ha deciso di non ricandidarsi alla presidenza del sodalizio che, proprio questo pomeriggio, vedrà i soci chiamati in assemblea elettiva per procedere alle nuove nomine dei componenti del consiglio direttivo che a loro volta eleggeranno il nuovo presidente. Ricorda Tognon che i Portatori della Madonna sono sempre stati vicino a Barbana, sempre pronti a collaborare tant’è che hanno anche contribuito a fare l’impianto di illuminazione notturna del santuario e pure rinfrescato la facciata dello stesso edificio sacro. E perché non ricordare, ad esempio, il supporto collaborativo dei Portatori in occasione della recente visita a Barbana di Sua Eminenza, il cardinale Parolin, segretario di Stato del Vaticano. «È un legame stretto che abbiamo con i frati – dice Tognon – e ci dispiace veramente che debbano ritirarsi».
Anche i marinai in congedo dell’Anmi, che sono puntualmente presenti a Barbana per la ricorrenza del Venerabile Egidio Bullesi del 25 aprile, per il ringraziamento dei pescatori del primo maggio e per il “Perdòn” oltre a diverse altre occasioni, sono sulla stessa linea. Franco Marocco, uno dei componenti del direttivo dei marinai gradesi dice di essere «preoccupato anche per il futuro». Ben più preoccupato, almeno nelle espressioni, è il responsabile dei volontari della Protezione civile, Giuliano Felluga: «Se dovesse rimanere chiuso – dice – nell’arco di un anno rischiamo di perdere il Santuario». La notizia ufficiale, secondo Felluga, è stata un fulmine a ciel sereno, una notizia che rattrista per la vicinanza e la stretta collaborazione, anche personale, che da anni c’è tra Protezione civile e i frati che a fine stagione abbandoneranno Barbana. —
An. Bo.
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