Isonzato, saranno eliminati i fanghi con il mercurio

SAN CANZIAN D’ISONZO. Sono 80mila gli euro che l'amministrazione comunale di San Canzian d'Isonzo ha destinato con l'assestamento del bilancio 2012 per lo smaltimento dei fanghi del dragaggio in cui erano stati riscontrati valori di mercurio superiori ai limiti consentiti. Il materiale è quello uscito dal canale Isonzato per consentire all'imprenditore Roberto Rossi di realizzare gli 80 posti barca dell'Approdo nautico Terranova. Si trattava, nel 2005, di 800 metri cubi di fanghi ritenuti, dopo le analisi dell'Arpa effettuate in seguito a un'indagine dellla Forestale, di rifiuti speciali la cui rimozione e conferimento in impianto autorizzato avevano costi altrettanto speciali. Il privato non ne ha mai effettuato lo smaltimento. Prima a causa del parziale sequestro dell'area in cui erano stati depositati, poi per le proroghe richieste e ottenute, stando a quanto emerso nella seduta di venerdì sera del Consiglio comunale di San Canzian chiamata a discutere dell'assestamento di bilancio, dell'ordinanza emessa dal Comune il 16 marzo del 2009. E mai revocata. «Nell'ultima comunicazione al privato, cioé a Roberto Rossi, sono stati concessi 60 giorni per avviare la procedura - spiega il sindaco Silvia Caruso -, quanto però scaduto il termine, a settembre, non è avvenuto. A questo punto il Comune deve sostituirsi al privato, avviando nello stesso tempo il percorso per rivalersi sullo stesso». L'amministrazione ha quindi effettuato un accantonamento iniziale per avviare lo smaltimento dei materiali e uno stanziamento per procedere, in modo coattivo, al recupero dei fondi che saranno spesi per realizzarlo. Una quantificazione esatta del costo dell'intervento, comunque, ancora non c'è. «I cumuli, al momento delle analisi dell'Arpa, nel 2006, erano di 800 metri cubi circa - ha spiegato il responsabile dell'Area tecnica del Comune, l'ingegner Federico Franz - e contenenti una quantità di mercurio che li classificava come rifiuto speciale. Stando agli accertamenti del privato, la cubatura si è ridotta, perché il materiale con il tempo si è asciugato. Al momento quindi la cubatura iniziale non può essere certificata. Il privato ha inoltre ripetuto le analisi sul materiale, arrivando a una conclusione diversa rispetto a quella dell'Arpa». Difficile quindi ora fare un preventivo della spesa che il Comune dovrà sostenere, ha aggiunto l'ingegner Franz. «Il gestore dell'impianto che prenderà in carico il materiale - ha proseguito - eseguirà comunque delle analisi per poter poi stabilire il costo dell'intervento». Il dibattito sulla vicenda non è stato comunque solo di natura "tecnica". In aula il vicesindaco Luciano Dreos ha tenuto a ricordare con chi fosse candidato Rossi nelle ultime comunali (cioé la lista San Canzian futura, schierata con il candidato sindaco Enrico Bullian) e il sindaco Caruso quale sia l'impegno sul fronte ambientale dell'amministrazione comunale "a fatti e non a parole". Rossi, da parte sua sottolinea di non voler affatto sottrarsi alle proprie responsabilità, ma di cercare la soluzione meno impattante, sotto il profilo ambientale e anche economico. «Credo che questo sarebbe anche l'interesse del Comune, nel caso in cui dovesse intervenire in prima persona - afferma -. Come comunque non avverrà». Il nodo di fondo, come spiega il geologo incaricato dal privato, Federico Pizzin, sta nel quantitativo di mercurio presente nei cumuli di fanghi e quello esistente invece nel terreno. «Nel caso in cui, come risulta già da analisi effettuate per conto di Rossi, il quantitativo fosse maggiore nel terreno - sottolinea -, allora non avrebbe senso rimuovere le terre di dragaggio». Le analisi commissionate dal proprietario devono comunque essere validate da Arpa. «E in questo senso abbiamo già iniziato a muoverci, con l'impegno a sostenere questa nuova campagna d'indagine da parte dell'Arpa», aggiunge Rossi.
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