Isonzo bianco-latte. Gli esperti: «Tutto sotto controllo»

Lo strano colore forse è dovuto ai forti temporali. Tale situazione si è già presentata in passato ma mai così a lungo
Di Stefano Bizzi

Più che il fiume colore smeraldo dei pieghevoli turistici, in questi giorni l’Isonzo è un fiume color latte&menta: da bar. L’acqua appare densa, tutt’altro che cristallina.

Nei giorni scorsi era addirittura bianca e la sua tonalità non è sfuggita agli attenti osservatori goriziani.

Nei decenni passati gli anziani sostenevano che quando l’Isonzo diventava lattiginoso, la colpa era dei lavaggi che venivano fatti durante le giornate di piena nelle vasche di stoccaggio del cementificio a monte del confine. Leggenda o verità che fosse, nessuno lo ha mai verificato. «Il problema del bianco c’è sempre stato, non è una cosa nuova – osserva Luigi Muzzolini, pescatore ed esperto conoscitore del fiume -. Ne parlavamo già nel ‘54 al Circolo pesca sportiva di Gorizia. I colori dell’Isonzo, però cambiano continuamente».

Per la colorazione assunta, ieri il bacino di Salcano assomigliava più a una grande piscina nella quale erano state sbagliate le dosi di cloro che a un lago (ancorché artificiale). A valle della diga la situazione non appariva diversa, anche se allo stadio del kayak nessuno sembrava preoccuparsi troppo della tonalità. Senza farsi troppe domande alcuni ragazzi si sono tuffati nell’Isonzo dalla riva destra.

Identica situazione cromatica a Piuma dove dal ponte si potevano notare sulla superficie torbida dell’acqua detriti galleggianti: molte foglie, diversi rami di varia dimensione e altri piccoli oggetti naturali. Solo alla passarella di Straccis, dove la profondità è inferiore, l’acqua ha perso la sua opacità assumendo più consone caratteristiche cristalline, poi perse una volta superato lo sbarramento.

«Il fenomeno – spiega l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Del Sordi – non deve destare preoccupazioni. Si tratta della normale sequenza di colori che seguono alle piene: si comincia dal marrone, poi degrada al caffelatte, al grigio, al latte e menta per poi diventare verde smeraldo-azzurro».

«Nei giorni scorsi – aggiunge l’assessore provinciale all’Ambiente Mara Cernic – nell’Alta valle dell’Isonzo ci sono stati forti temporali. Il tono del fiume può sembrare ‘slavato’, ma poi tutto torna normale. Dove l’acqua è più profonda sembra più densa, ma è tutto sotto controllo».

«Una volta – ricorda Muzzolini – il fenomeno del fiume bianco era di minore durata, si esauriva in uno o due giorni, ma questo forse era dovuto al fatto che non c’era la diga di Salcano».

Vasche del cementificio, diga di Salcano, temporali o alluvioni: la cosa forse più importante da rilevare è che, nonostante i primi mesi del 2012 siano stati tanto secchi da creare allarme tra gli agricoltori per il pericolo siccità, a metà luglio la portata del fiume è ancora abbondante.

Non sono segnalati pericoli per chi si immerge nel fiume nonostante il divieto di balneazione. Magari è l’occasione buona, per le bagnanti, di emulare gli agi dell’imperatrice Cleopatra, la quale amava immergersi nel latte. Si fa quel che si può.

E poi dove la trovi una città dove i fiumi sono colorati come a Gorizia con l’Isonzo bianco e il Corno rosso?n

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