Jack Nicholson compra la casa di Tito

TRIESTE. Qualcuno volo sul nido di Tito. Non è una sorta di remake hollywoodiano, ma la vicenda che vede coinvolto in prima persona il famoso attore americano Jack Nicholson il quale sta cercando di acquistare un mega appartamento a New York. E così l’indimenticabile interprete di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” ha messo gli occhi su un mega flat di 215 metri quadrati al numero 730 di Park Avenue davanti a Central Park e a pochi passi dalla prestigiosa Fifth Avenue. E destino vuole che quell’appartamento sia di proprietà della oramai defunta Repubblica federativa socialista di Jugoslavia.
Il prestigioso immobile, infatti, era stato acquistato da Belgrado nel 1975, ai tempi di Tito, quale alloggio di rappresentanza di diplomatici oppure ospiti illustri. È costituito da sei camere da letto, quattro bagni e due soggiorni e da 19 anni di polvere che si è accumulata. L’appartamento, infatti, è stato svuotato nel 1992. Oggi, a Nicholson vengono chiesti per l’acquisto 20 milioni di dollari. Nicholson cerca casa a New York anche perché la sua villa in Mulholland Drive a Hollywood lo scorso 10 settembre è stata completamente distrutta da un incendio.
Dal ’92 in poi nessuno ha utilizzato la proprietà perché questa fa parte del “mucchio” di immobili della ex Jugoslavia su cui i sei stati indipendenti che sono nati dopo la sua disgregazione non riescono a trovare un accordo per dividersi l’eredità. Intanto conti e bollette continuano regolarmente ad arrivare al 730 di Park Avenue e a pagarli, per non perdere la proprietà dell’immobile, è solo la Serbia quando, in base agli accordi internazionali raggiunti, una parte del debito spetterebbe anche a Croazia, Slovenia, Montenegro, Macedonia e Bosnia-Erzegovina. Belgrado sborsa così 12.300 dollari al mese per spese condominiali E se l’appartamento dovesse essere acquistato da Nicholson il ricavato andrebbe comunque suddiviso tra i sei eredi. E così alla Serbia andrebbe il 39,5 per cento in base alla formula che ha stabilito le quote in base alla capacità economica dei singoli Stati ex jugoslavi. Belgrado incasserebbe così 7,9 milioni di dollari, quattro volte tanto quanto fin qui speso per la manutenzione dell’appartamento ossia 2 milioni di dollari. La Serbia, a compravendita effettuata, avrebbe però il diritto di rivalersi per le spese sugli altri cinque Paesi che introiteranno parte del ricavato.
Nicholson ha confermato al New York Post la volontà di acquistare l’appartamento e ha altresì lanciato un appello ai sei Stati eredi della Jugoslavia di Tito a mettersi d’accordo quanto prima. Appello ascoltato in quanto l’affare dovrebbe essere discusso tra le sei “cugine” domenica prossima a Sarajevo.
All’attore americano non resta dunque che incrociare le dita perché quando si siedono attorno a un tavolo Slovenia, Croazia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Macedonia si sa come iniziano ma non si può assolutamente prevedere quale potrà essere l’esito del summit. In ballo c’è il criterio di divisione del patrimonio jugoslavo, valore 100 miliardi di dollari. Un bel gruzzolo.
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