Jindal rinvia le decisioni Sertubi torna in sciopero

Il cda del gruppo si è aggiornato chiedendo di posticipare il confronto coi lavoratori previsto da tempo. Sindacati: «Proposta irricevibile». Fiom, Fim e Uilm dal prefetto
Di Silvio Maranzana
Silvano Trieste 11/09/2012 Conferenza stampa all' ingresso della Sertubi
Silvano Trieste 11/09/2012 Conferenza stampa all' ingresso della Sertubi

Precipita la crisi della Sertubi dopo che l’assemblea dei dipendenti ieri sera ha rifiutato la richiesta giunta da Jindal Saw Italia, la società che ha in affitto lo stabilimento di rinviare di sei giorni il confronto già da tempo programmato per domani. Lo sciopero, sospeso lunedì mattina proprio in presenza della trattativa, è stato immediatamente ripreso, i tre segretari metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm: Stefano Borini, Umberto Salvaneschi e Franco Palman ieri sera si sono precipitati in Prefettura e sono stati a colloquio con il prefetto Alessandro Giacchetti, quindi si sono messi in contatto telefonico con il sindaco Roberto Cosolini. Oggi tenteranno di coinvolgere in un fronte comune sulla vicenda, oltre agli stessi prefetto e sindaco, anche l’assessore regionale a Programmazione e Ambiente Sandra Savino, che tra l’altro guida il Tavolo sulla riconversione dell’area di Servola.

Ieri pomeriggio a Milano si è infatti riunito il consiglio di amministrazione di Jindal Saw Italia, la società che ha preso in affitto l’azienda da Duferco per cinque anni, ma alla fine ha chiesto ai sindacati, inviando congiuntamente una nota che però dai rappresentanti dei lavoratori è stata definita «estremamente preoccupante», un rinvio di sei giorni del confronto già programmato appunto per domani e che avrebbe dovuto svolgersi in Prefettura. Per la mattina di mercoledì 26 settembre si è infatti aggiornato lo stesso cda che non ha preso alcuna decisione sul futuro dell’azienda. La richiesta di rinvio ha creato immediatamente un forte subbuglio tra i lavoratori già esasperati da mesi di cassa integrazione e sfiniti dalle manifestazioni. Dinanzi alla fabbrica infatti un presidio è rimasto presente per tutte queste giornate.

«C’è la volontà di proseguire la produzione e vediamo se ci sono le condizioni per farlo a pieno regime, perlomeno finché sarà attiva la Ferriera di Servola - ha dichiarato ieri l’amministratore delegato Leonardo Montesi - si tratta però di trovare la quadra anche assieme a Duferco. Per questo abbiamo chiesto ancora un time-out e una richiesta di rinvio ai sindacati. Attendiamo la risposta».

«Un comportamento da persona irresponsabile quello dell’ad Montesi - è stato il commento immediato di Franco Palman (Uilm) - qui ne va della dignità non soltanto nostra, ma di tutta la città. Ci siamo precipitati qui in Prefettura, ora oltre al sindaco vogliamo coinvolgere anche la Regione nella nostra battaglia». «Una nota e una richiesta di rinvio assolutamente irricevibili - ha aggiunto Umberto Salvaneschi (Fim-Cisl) - l’ad Montesi aveva negato alcune dichiarazioni apparse sulla stampa in base alle quali Sertubi sarebbe stata chiusa e forse sarebbe stata aperta un’altra azienda senza certezza per tutti i lavoratori. Ora però il consiglio di amministrazione di Jindal Saw Italia ha scoperto le carte e la realtà è addirittura peggiore di quella che Montesi aveva invano tentato di negare. Si parla di una gravissima crisi di mercato e ci si aggrappa all’alibi della chiusura della Ferriera di Servola, tutte condizioni però delle quali Jindal Saw Italia e lo stesso Montesi erano perfettamente a conoscenza anche un anno e mezzo fa allorché la società prese in affitto per cinque anni dalla Duferco il ramo d’azienda della Sertubi».

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