Kosovo e Albania, tra migrazioni e rientri
Promuovere dialogo e integrazione illustrando il fenomeno della migrazione albanese dall’Albania e dal Kosovo verso il nostro Paese, sottolineandone gli aspetti positivi. Questo l’obiettivo di “Una vita in migrazione”, come era intitolata la conferenza che si è svolta nell’aula magna dell’Ateneo. Ateneo che con i suoi 1700 studenti stranieri - di cui 200 albanesi - è uno tra i più internazionali di tutta Italia, secondo soltanto all’Università per Stranieri di Perugia.
All’evento, organizzato nell’ambito della Settimana culturale albanese da Asat - Associazione degli studenti albanesi a Trieste in collaborazione con Ipsia Trieste, erano presenti anche il vicesindaco Fabiana Martini e, in rappresentanza della neonata Repubblica del Kosovo - che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008 - Xhevdet Sfarca del ministero della Diaspora e Albert Prenkaj, ambasciatore del Kosovo in Italia.
Un quarto dell’intera popolazione del Kosovo, la più giovane d’Europa - il 47% ha meno di trent’anni - vive fuori dal paese, soprattutto in Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi e Usa. Oggi tuttavia esiste anche il fenomeno inverso del ritorno dei migranti nel paese d’origine. «Nel 1999 con la fine del conflitto con la Serbia e la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - ha raccontato Valon Halimi, responsabile all’Iom, Organizzazione internazionale per le migrazioni - si assistette al rientro in massa degli albanesi del Kosovo malgrado gli appelli delle forze Onu ad attendere che la situazione divenisse più sicura». Il fenomeno dei rientri è in crescita anche in Albania, soprattutto a Tirana. «Allo scopo di legare il termine migrazione a quello di sviluppo coinvolgendo la società civile di entrambi i paesi, i progetti di Ipsia – ha dichiarato Mauro Platè, da due anni cooperante in Albania – seguono entrambi i flussi migratori. Da un lato si dà assistenza e supporto nella fase di preparazione alla partenza, quella più delicata in cui si gioca la possibilità di successo, attraverso due sportelli informativi uno a Tirana e l’altro a Scutari per fornire informazioni su visti, mondo del lavoro e reti sociali nel paese d’arrivo. Dall’altro si provvede all’assistenza delle persone che rientrando in Albania possono avere difficoltà di riadattamento e rappresentano – ha chiuso Platè - un grande potenziale di sviluppo e innovazione per il proprio paese».
In particolare Ipsia svolge attività di consulenza e sostegno alle piccole imprese; grazie anche al cofinanziamento della Regione sono state avviate nel nord dell’Albania dieci microimprese gestite da migranti di ritorno.
Lorenza Masè
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