Kounellis, un naufragio dalla grande bellezza

Corde, pietre, relitti di vecchie barche di legno sopra i vecchi banchi di marmo per la vendita del pesce. Un’installazione di grande bellezza è quella che Jannis Kounellis ha messo in scena all’ex Pescheria di Trieste, Salone degli incanti. E una delle opere più grandi realizzate dall’artista greco. La mostra, curata da Davide Sarchioni e Marco Lorenzetti, è una delle rare incursioni della contemporaneità a Trieste. E sicuramente è la mostra più riuscita tra quelle realizzate all’ex Pescheria, “Santa Maria del Guato” come la chiamano i triestini per la sua struttura basilicale, uno spazio espositivo che, dall’inaugurazione del 2006 (con gli “Andy Warhol's Timeboxes”), non ha ancora trovato una sua identità. L’installazione, inaugurata venerdì scorso, affondo nei ricordi emporiali di Trieste e dell'infanzia di Kounellis nato nel 1939 nel porto del Pireo (Atene). Un luogo che l'artista, storico esponente dell'arte povera, ha ripensato catturandone lo spirito e la suggestione originaria: tornano i banchi del pesce, spuntano vecchi pezzi di barche di legno, si intrecciano corde e piovono pietre. In mezzo al Salone campeggia un'enorme installazione che rimanda al rapporto, intenso e misterioso, tra l'uomo e il mare. Una storia antica che si reitera attraverso i secoli, di cui rimangono i relitti, le gomene spezzate, tracce di naufragi. Dall'alto scendono collane di pietre, sospese in modo innaturale. Intorno moltissime sedie listate a lutto accolgono gli spettatori. Lucido epitaffio della città: un naufragio con spettatori. La mostra rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2014. Dal lunedì al venerdì dall’11 alle 13 e dalle 17 alle 20. Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20.
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