La Biblioteca di Vienna mette in rete gli autografi di Mozart e Mahler

L’istituto austriaco cerca di risolvere la carenza cronica di spazi imboccando la strada della digitalizzazione delle preziose carte che conserva
MUSICA: A BERLINO RINVENUTO NUOVO RITRATTO MOZART. ALLA GEMAELDEGALERIE, RITRAE MUSICISTA A UN ANNO DALLA MORTE. A Mozart portrait which has so far been unknown has now been discovered at the Berlin Gemaeldegalerie (painting gallery) (undated archive photo). The oil painting by Johann Georg Edlinger which is 80 by 62 centimetres large was probably created during Mozart's last stay in Munich, Germany in 1790. ANSA / Staatliche Museen zu Berlin / EDITORIAL USE ONLY / PAL
MUSICA: A BERLINO RINVENUTO NUOVO RITRATTO MOZART. ALLA GEMAELDEGALERIE, RITRAE MUSICISTA A UN ANNO DALLA MORTE. A Mozart portrait which has so far been unknown has now been discovered at the Berlin Gemaeldegalerie (painting gallery) (undated archive photo). The oil painting by Johann Georg Edlinger which is 80 by 62 centimetres large was probably created during Mozart's last stay in Munich, Germany in 1790. ANSA / Staatliche Museen zu Berlin / EDITORIAL USE ONLY / PAL

VIENNA. Deriva direttamente dalla Biblioteca di Corte degli Asburgo, e ha continuato ad ampliarsi nel tempo, diventando una delle più grandi istituzioni di questo genere nel mondo. Tuttavia la Österreichische Nationalbibliothek, con sede a Vienna sulla Heldenplatz, sta ormai esaurendo la propria capacità in termini di spazi, e l’idea di un deposito sotterraneo allungato sotto la storica piazza, che la direttrice Johanna Rachinger sta cercando di promuovere, non potrebbe risolvere il problema se non a lungo termine.

Ecco perciò che già da diversi anni la più importante biblioteca austriaca ha imboccato la strada della digitalizzazione dei cataloghi e della dematerializzazione dei preziosi beni culturali, artistici e scientifici che è chiamata a tutelare e diffondere.

Un progetto già attivo in questo senso è la piattaforma della “Sala di lettura digitale”, alla quale si può accedere dal sito www.onb.ac.at e dove, fra le 11 milioni di pagine già online, si possono consultare per esempio l’archivio delle immagini, con oltre 300mila fotografie visionabili via internet, e la sezione “Anno”, con tutti i giornali storici austriaci.

Anche la collezione degli autografi musicali della Biblioteca – una delle maggiori a livello mondiale – è ora disponibile online con documenti originali di grandi compositori, fra cui Mozart, Schubert, Beethoven, Brahms, Mahler. Di Anton Bruckner l’istituzione viennese possiede oltre ventimila fogli autografi, che lo stesso compositore lasciò in eredità alla Biblioteca di Corte, mentre di Haydn è online fra l’altro la partitura autografa dell’inno imperiale asburgico.

Uno sforzo, quello della digitalizzazione di documenti del passato, che è al tempo stesso una possibilità di maggiore e più diffuso accesso: se finora solo pochi studiosi avevano il privilegio di studiare da vicino manoscritti e volumi rari, perché ogni esposizione alla luce e a condizioni climatiche diverse dai depositi ne accorciava la vita, ora essi diventano fruibili da chiunque ne abbia l’interesse e da qualsiasi località del globo che abbia accesso a internet.

Rachinger ha voluto tuttavia andare oltre e ha ora presentato “Visione 2025”, un progetto che intende proiettare la Nationalbibliothek nel terzo millennio con obiettivi molto ambiziosi: in primis quelli di garantire contemporaneamente la conservazione delle raccolte, e la più vasta e democratica fruizione possibile, cominciando dalla richiesta di modifica della legge che prevede la consegna obbligatoria alla Nationalbibliothek di ogni pubblicazione austriaca: passando dalla dispendiosa raccolta fisica a quella virtuale, in futuro si vorrebbe accogliere solo l’e-book corrispondente ad ogni libro, laddove prodotto dall’editore. E poi “Visione 2025” vuole aprire da un lato la porta al Web 3.0 e dall’altro continuare la valorizzazione delle raccolte esistenti, per esempio con la creazione entro il 2014 di un “Museo della letteratura” in cui far confluire i pregevoli documenti sulla produzione degli autori nostrani: “Dobbiamo compiere il passo da biblioteca per eruditi del XX secolo a centro di conoscenza del XXI secolo, aperto a tutti,” è il motto di Rachinger, che ha dunque siglato una collaborazione anche con Google Books per la digitalizzazione di tutte le pubblicazioni storiche fuori diritti: “Il costo della acquisizione informatica di un libro e molto elevata e non potremmo permettercela” prosegue la direttrice.

Da qui il progetto, già in pieno svolgimento, col quale centinaia di migliaia di volumi dal XVI al XIX secolo - circa 180 milioni di pagine - vengono di volta in volta tolti dagli scaffali, portati in un luogo segreto in Germania, digitalizzati e rimessi di nuovo al loro posto. Google si assume i costi della dematerializzazione, gli altri costi connessi sono presi in carico dalla Nationalbibliothek: “Un ottimo esempio di cordata pubblico - privato” ha detto con soddisfazione il ministro alla cultura Claudia Schmied.

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