La Biblioteca Statale Isontina è digitale Consultabili on line i primi 11 mila titoli

Dal prossimo mese i primi 11 mila titoli goriziani del progetto Google books saranno consultabili sul sito internet della Biblioteca Statale Isontina. Lo ha detto ieri mattina il direttore della stessa Bsi, Marco Menato.
Avviato nel 2005, Google books ha registrato l’adesione di prestigiose istituzioni americane ed europee e ha permesso di mettere in rete gratuitamente oltre un milione di libri. Il progetto di Gorizia prevede tre tranches e la messa on-line di 20 mila dei 500 mila libri conservati nel palazzo di via Mameli. Nella lista ci sono testi di ogni genere, senza vincolo di lingua o di argomento, purché pubblicati prima del 1877. Di fatto si tratta delle opere più rare e preziose della collezione; tra gli altri ci sono, per esempio, il Fondo gesuitico e la Studienbibliothek.
L’accordo siglato con il colosso americano nel 2017 prevedeva che i volumi digitalizzati in tutte le loro parti - fino alla quarta di copertina - da uno scanning centre situato nel Lazio fossero messi a disposizione di tutti entro la fine del 2019. Gli oneri finanziari della digitalizzazione sono a carico di Google che si è comunque impegnata a fornire alla Biblioteca Statale Isontina le copie digitali dei libri.
Il progetto, che pone in relazione passato e futuro, mettendo a disposizione di chiunque nel mondo abbia un terminale elettronico testi altrimenti di difficile consultazione, consentirà anche di alleggerire il lavoro del personale. Oggi la Bsi conta 25 dipendenti e solo due bibliotecari. Negli anni d’oro erano sei e nei prossimi mesi ne rimarrà soltanto uno perché uno dei due andrà in pensione.
Nonostante l’evoluzione digitale, il palazzo che un tempo ospitò il seminario Wenderbergico continua ad essere frequentato dal pubblico. «Certo, se si confrontano i numeri odierni con quelli di 20 anni fa c’è un calo - osserva Menato - ma i singoli prendono più libri e c’è l’uso da remoto. I siti vengono sempre più consultati e ora, con il progetto Google Books, i pezzi più importanti saranno consultabili da tutti senza mediazione. Per gli utenti sarà più comodo, anche se si perde qualcosa: sarà un po’ come visitare una città navigando con street view anziché di persona. La presenza fisica porta a un rapporto reale».
Come tutte le biblioteche del mondo, anche il palazzo di via Mameli deve fare i conti con i problemi di spazio, ma a differenza di quelle moderne, per le sue caratteristiche architettoniche la Bsi ha dei problemi ulteriori. «Oggi sono richieste strutture multi uso più simili ai centri commerciali, mentre noi ci troviamo in un palazzo storico. Se da un lato c’è il fascino dell’antico, dall’altro ogni volta che si deve fare qualcosa di tecnologico, sia pure tirare dei cavi di rete, ci troviamo di fronte a un’impresa titanica», ricorda il direttore.
L’edificio è di proprietà del Demanio e oltre alle sale letture e ai magazzini, nel piano interrato ospita la galleria “Mario di Iorio” dove vengono allestite mostre d’arte. «Non abbiamo spazio per i bambini o aree dove poter chiacchierare, a parte gli sazi esterni come il cortile. D’altra parte, però, anche se avessimo uno spazio per i bambini, poi servirebbe personale in grado di lavorare con loro». È il classico cane che si morde la coda. Intanto però, arrivano gli 11 mila titoli digitalizzati e la libreria on-line apre gorizia al mondo senza bisogno di ulteriore personale. —
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