La bimba vive con due mamme, il giudice dà l’ok all’adozione

TRIESTE. Il Tribunale per i minorenni di Trieste ha riconosciuto l’adozione di una bambina a una coppia di due madri. È la prima volta che accade nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Nessuno aveva ancora fatto domanda. Le due donne, lesbiche, entrambe triestine, si erano sposate nel 2015 a Copenaghen e nel 2016 è nata la loro prima figlia, che quindi oggi ha tre anni.
Il giudice, in particolare, si è pronunciato in favore dell’adozione della bimba da parte della compagna della madre biologica. La coppia si è rivolta al Tribunale dopo che il Comune, un anno fa, aveva respinto la richiesta.
Il caso è stato seguito dall’Avvocatura per i Diritti LGBTI-Rete Lenford, network di legali, giuristi e studiosi che dal 2007 si batte per la tutela dei diritti. La causa è stata sostenuta dall’avvocato Susanna Lollini di Roma con la collaborazione dell’avvocato Patrizia Fiore di Udine.
Provvedimenti analoghi per coppie dello stesso sesso sono già stati presi dai palazzi di giustizia di varie città italiane, tra cui Milano, Torino, Bologna, Firenze, Venezia e Cagliari.
A Trieste, come detto, non era mai successo. Nonostante la bambina fosse sempre cresciuta con entrambe le madri – riferisce l’Avvocatura per i Diritti Lgbti-Rete Lenford – sui certificati ufficiali risultava averne soltanto una. «Un anno fa il Comune di Trieste aveva infatti respinto la richiesta di riconoscimento presentata dall’altra madre», rimarca l’associazione.
È a quel punto che le due donne hanno deciso di appellarsi al Tribunale dei minori. Il giudice ha emesso il provvedimento inquadrandolo come «adozione in casi particolari» (art. 44 lett. d della legge 184/83) dove si far riferimento alla «constatata impossibilità di affidamento preadottivo», invece previsto per i minori in condizioni di abbandono.
E la bambina, oggetto del provvedimento giudiziario, non era affatto in una condizione di abbandono. Il Tribunale, in buona sostanza, ha valorizzato il fatto che la bimba stava effettivamente crescendo in un contesto famigliare stabile e affettivo, senza ritenere rilevante l’identità sessuale dei genitori. È stata quindi riconosciuta l’importanza della presenza dell’altro partner.
«Dalla prima sentenza favorevole del 30 luglio 2014, del Tribunale per i minorenni di Roma e confermata dalla Cassazione con la sentenza n. 12962/2012 – annota la Rete Lenford – molti Tribunali hanno riconosciuto l’adozione in “casi particolari” a coppie dello stesso sesso.
Alcuni Comuni consentono la formazione di atti di nascita con due madri, mentre altri costringono la madre che non ha partorito a chiedere al Tribunale per i minorenni l’adozione dei “propri figli”».
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