La bonifica infinita del giardino inquinato fa “fuggire” gli alunni

Niente prima B il prossimo anno all’elementare Biagio Marin di Servola. Colpa delle scarse iscrizioni provocate, secondo lo sfogo di alcune mamme, dalla vicenda della bonifica “infinita” del giardino della scuola. Lo spazio verde attorno all’edificio dedicato al poeta gradese, infatti, rientra tra le sette aree risultate inquinate dopo l’indagine ambientale realizzata nel 2016 dall'Arpa. E appunto dal 2016 si attende ancora il risanamento delle zone a rischio, operazione per la quale esiste un finanziamento regionale di 350mila euro. Il Comune, attraverso l'assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi e il direttore dell'Area Enrico Conte, fa sapere che è stata avviata lo scorso ottobre la rimozione dei terreni inquinati nelle due scuole interessate (nella lista, oltre alla Marin, c’è anche la don Chalvien di via Svevo). I lavori però hanno subito quasi subito uno stop dovuto, spiega Conte, «all'introduzione di un nuovo decreto legge, che ha messo i bastoni fra le ruote. Dalla scorsa settimana però - aggiunge il dirigente - sono ripartiti i lavori di ripristino dei terreni».
Una ripartenza che, però, non tranquillizza le mamme, decise ad alzare la voce contro la lunghissima attesa per la rinascita dei giardini. «Chiunque può vedere che nulla è stato fatto finora - dice Valentina Blasina -. Da mamma, e da servolana, provo rammarico perché una scuola così grande viene penalizzata per questi problemi. Questa condizione ha scoraggiato molti genitori, che non hanno iscritti i loro figli alla Marin, “dirottandoli” invece alla De Marchi, dove infatti la classe prima si farà. Non voglio accusare nessuno, ma stimolare la sensibilità di coloro che possono aiutarci a fare qualcosa di costruttivo».
Dall’anno scorso Anastasia Cozzolino è la capoclasse della prima B. Lei, assieme alle colleghe, ha portato il problema all'attenzione della preside Marina Reppini. «Ci dicono dall’inizio dell’anno che i soldi sono stanziati da tempo, che gli operatori sono pronti - spiega -, che dopo la scuola di via Svevo interverranno all'interno della Marin. Nulla però si è sbloccato. Penso purtroppo che questa situazione abbia portato molti genitori a scegliere, giustamente, l'altra scuola elementare, la De Marchi, che è nuova. Un vero peccato, perché le nostre maestre sono bravissime. E poi così la scuola s'impoverisce, come anche il rione. Bisogna interessarsi un po' di più di queste cose, i genitori hanno bisogno di avere spiegazioni».
A sentire le mamme, però, non c’è solo il problema dell’inquinamento. «Nel giardino c’è anche tanta spazzatura - segnala Simona Pilotti -. C’è un vecchio secchio e, all'interno, dei motori di lavatrici. Se un bimbo mette il piede lì, si fa male. Serve la nostra collabrazione per pulire? Sono certa che nessun genitore direbbe di no». Denuncia ulteriormente la pericolosità dell'area Karin Kocijan: «I bambini, anche se si dice loro di non andare, comunque vanno nel giardino, perché le transenne sono per terra. Le maestre sono bravissime, capisco i papà e le mamme che, dopo l'open day, hanno scelto di mandare i figli in un’altra scuola».
Da parte sua l’assessore all'Ambiente Luisa Polli promette che «per il prossimo anno scolastico i giardini saranno a posto» e che agli interventi affidati a Comune, Regione, Arpa, AsuiTs e approvati dall'Istituto superiore di sanità, seguirà «un monitoraggio dell'Arpa per vedere quale tipologia di polveri si sedimentano». Lodi spiega il programma dei lavori. «Stiamo lavorando per il primo lotto dell'appalto nei giardini di via Svevo e della scuola Marin - afferma - per la rizollatura del manto erboso che andrà sostituito, mentre per gli altri giardini gli uffici stanno preparando il progetto per il secondo appalto, la cui gara deve partire a breve».
Forse a settembre, se tutto va bene, potrà invece partire la piantumazione do quelle specie vegetali capaci di assorbire i veleni negli altri giardini della città: un’operazione, chiamata fitorimedio, che poi dovranno fare il loro effetto nel lungo periodo. Inoltre, conclude Conte, «verranno affittati i deposimetri». Con questi apparecchi, costruiti per mappare le polveri che si depositano liberamente nell'atmosfera, si potrà capire quali sostanze inquinano di più.
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