La Brigata Pozzuolo ha concluso la missione in Libano

di Stefano Bizzi
Si è conclusa la terza missione in Libano della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”. Dopo sei mesi trascorsi a pattugliare l’area al confine con Israele oggi rientrerà in Italia l'ultimo contingente dei caschi blu goriziani. Lunedì mattina il generale Guglielmo Luigi Miglietta ha passato il comando del settore Ovest di Unifil alla Brigata meccanizzata “Aosta”. Lo ha fatto nel corso della cerimonia del Toa (Transfer of authority) organizzata alla base “Millevoi” di fronte al sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto e al capo di Stato maggiore della Difesa generale Biagio Abrate.
Al suo rientro all’aeroporto di Ronchi dei Legionari con gli stendardi della Pozzuolo, il comandante ha sottolineato come i sei mesi trascorsi in Libano siano stati «intensi e proficui». «Da due anni, ormai, grazie alla presenza del contingente internazionale, nel Paese non ci sono più lanci di razzi. L’onda lunga delle tensioni nelle regioni musulmane non è arrivata nel sud del Libano. Anzi, forse è la zona più tranquilla dell’area».
Ad attendere in serata allo scalo regionale lui e il contingente di 187 militari appartenenti al Comando Brigata, al reparto Comando e supporti tattici e al 3° Reggimento guastatori, c’era l’emozione dei tanti familiari (oltre alle autorità provinciali). Mogli, figli, genitori, amici e compagni si sono stretti attorno ai soldati appena sbarcati dal charter della Eurofly. Una carezza, un bacio, un abbraccio, un fiore: tutto è servito a farli sentire di nuovo a casa.
Nelle scorse settimane avevano fatto già rientro in Italia i reggimenti “Genova Cavalleria” di Palmanova e i “Lancieri di Novara” di Codroipo, responsabili rispettivamente delle unità di manovra di Italbatt-2 e Italbatt-1.
Durante i sei mesi di missione, il contingente multinazionale del settore Ovest di Unifil (composto oltre che da 1.600 soldati italiani, anche da 2.500 militari provenienti da Ghana, Corea del Sud, Malesia, Tanzania, Francia, Slovenia, Brunei e Malta) ha supportato, come previsto dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le attività operative delle forze armate libanesi. I caschi blu hanno provveduto, mediante il capillare controllo del territorio, al mantenimento della pace e alla stabilizzazione della fascia confinaria a sud del fiume Litani effettuando complessivamente 23.800 attività operative. Il solo contingente italiano durante il suo turno di missione ha percorso 1.405.000 chilometri e effettuato 13.069 pattuglie e posti di osservazione e di controllo, sia notturni sia diurni.
Di particolare importanza per la sicurezza delle popolazioni locali è stata ancora una volta l’attività di sminamento. Non secondaria, infine, l’attività della cellula di cooperazione civile e militare (Cimic) per la realizzazione di strutture e infrastrutture utili alla vita quotidiana della popolazione locale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
yy
Riproduzione riservata © Il Piccolo