La campanella suona il rientro soft Frinta a Gorizia, amianto alle spalle

la giornata
Marco Bisiach / gorizia
Sono ormai un lontano ricordo il trasloco dello scorso anno e i mesi di cantiere per i lavori di bonifica dall’amianto. Ieri mattina, con il suono delle prime campanelle, la scuola elementare Elisa Frinta di via Codelli a Gorizia si è gettata definitivamente alle spalle tutte queste cose, ritrovando la normalità (pur quella un po’ particolare e condizionata in questi tempi segnati dalla pandemia) con l’avvio del nuovo anno scolastico.
Quello targato 2020/2021 è scattato anche in tutte le scuole elementari e medie del capoluogo isontino, con le immagini di sempre – bimbi emozionati o un po’ intimiditi, genitori apprensivi o scatenati alle prese con le fotografie di rito del tanto atteso “primo giorno” – affiancate da quelle meno tradizionali ma ormai diventate consuete, dalle mascherine sul volto in giù. In realtà quello di ieri, alla Frinta come anche in moltissimo altri istituti cittadini, non è stato il primo giorno di lezione vero e proprio, perché le scuole comprensibilmente hanno optato per un approccio più “morbido” con il rientro in classe dopo i lunghissimi mesi di assenza dalle classi, e la pausa estiva.
Così il mercoledì delle elementari è stato utile soprattutto per riprendere confidenza con spazi e volti, illustrare il programma per i prossimi giorni e tutte le piccole e grandi regole da rispettare per contenere la possibile diffusione del virus. A questo proposito è stata ovviamente un po’ diversa dal solito anche la logistica del primo ingresso. Le mamme e i papà, o i nonni che hanno accompagnato bimbi e bimbe a scuola – a essere pignoli doveva essere solo uno per alunno, ma qualcuno si è presentato ugualmente in coppia – hanno trovato dei cartelli colorati appesi sulla lunga inferriata affacciata sul marciapiede. Ognuno corrispondeva al punto dove potevano radunarsi i bambini di ciascuna classe, in modo da mantenere le giuste distanze e non creare confusione o assembramenti.
Assai utile è tornato poi il fatto che proprio di fronte alla scuola si trova la sede, ormai in disuso, dell’ex Banca d’Italia, e così anche questo marciapiede è stato utilizzato per l’attesa della prima campanella. Non solo. Ogni scuola si è organizzata in modo differente, ma alla Frinta, ad esempio, si è optato per diluire gli accessi nell’arco della mattinata: per prime, alle 9, sono entrate le classi quinte e le classi terze, poi alle 10.30 è toccato ai bambini più piccoli del primo anno, a quelli del secondo e del quarto. Il risultato è stato un clima sereno e piuttosto ordinato, con il volontario impegnato a vigilare sulla strada, regolando il traffico, che non ha avuto troppi grattacapi, visti i passaggi contenuti. Tutti, genitori e bambini, sono stati accolti dai larghi sorrisi delle maestre – che si potevano indovinare facilmente sotto le mascherine d’ordinanza calate a coprire naso e bocca –, felici di riabbracciare chi avevano salutato lo scorso anno, o i piccoli volti nuovi appena iscritti. Non è mancata qualche lacrima da parte di chi proprio non voleva saperne di lasciare l’abbraccio di mamma o papà, mentre in tanti tra gli adulti hanno immortalato da dietro il cancello in una fotografia o in un video realizzato al volo con il cellulare i primi passi dei loro piccoli nella nuova avventura scolastica. «Vediamo come saranno i prossimi giorni, come i bambini reagiranno al ritorno a scuola dopo tanto tempo – racconta Grazia, mamma di un alunno di quinta –. Sarà sicuramente un piccolo choc cambiare ritmi e vita, per loro, ma siamo fiduciosi e confidiamo nelle capacità e nel buon senso delle maestre, che possano trasmettere serenità e normalità in questo momento particolare condizionato comunque dal coronavirus, e non fobie».
«Il primo giorno di scuola è sempre un po’ speciale, sicuramente importante – dice anche Vitaljy – un papà in attesa davanti all’istituto –. Come ci sentiamo? Beh, un po’ di preoccupazione inevitabilmente c’è, a fronte di tutte le notizie che si sentono ogni giorno, tra scuole che chiudono e quarantene. Ma bisogna cercare di non pensarci troppo, incrociare le dita e farsi coraggio». Ieri a Gorizia è suonata la prima campanella anche per le scuole medie, dove le scene della prima mattina erano ovviamente un po’ differenti da quelle delle elementari. Gli studenti, più grandicelli e già più autonomi, si sono ritrovati davanti alle scuole, per poi accedere a gruppi in base alle diverse modalità studiate da ogni istituto. —
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