La cappella del Sacrario di Redipuglia ritrova l’antico splendore

Il cappellano militare, don Sigismodo, è raggiante. Inaugurato nel 1938, l’edificio è rinato anche grazie all’opera volontaria dei militari della Pozzuolo

FOGLIANO REDIPUGLIA. Il cappellano militare don Sigismondo Schiavone, ventunesimo rettore e custode del Sacrario di Redipuglia, è raggiante. Il suo sorriso esprime la soddisfazione di chi è riuscito a portare a termine un’impresa titanica: ha rimesso a nuovo, portando ad antico splendore, la cappella realizzata in cima alla grande scalinata di marmo bianco.

Inaugurata il 13 settembre 1938 da Mussolini in persona, conserva le spoglie di 60mila soldati ignoti e per 75 anni è rimasta in balia di sé stessa. La volta, gli arredi, le immagini votive e tutto quanto lì si trovava era stato annerito dal fumo delle candele e rovinato dallo scorrere del tempo. Ora, grazie al sostegno della Banca Friuladria e a quello di amici e benefattori, la cappella del Sacrario è praticamente rinata. Un contributo importante è arrivato anche dal personale in forza alla Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” che, spesso, ha prestato la propria opera al di fuori dell’orario di servizio.

La scorsa settimana è stato completato l’impianto d’illuminazione interno e, se si esclude il restauro dell’organo, di fatto, si è trattato dell’ultimo intervento estetico. La cappella verrà intitolata alla Madonna regina della Pace e ai patroni d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena. La prima è raffigurata nella statua in cartapesta realizzata dal maestro leccese Antonio Papa; le icone dei santi sono invece opera di Paolo Orlando di Doberdò del Lago e si trovano all’entrata.

La lista delle cose fatte negli ultimi anni è lunga. Don Sigismondo parte dall’altare. «Brilla di una luce nuova anche grazie al paliotto di marmo donato dai mosaicisti di Spilimbergo. Sono stati poi recuperati i candelabri in ferro battuto realizzati con pezzi bellici. Le 41 canne dell’organo sono state tirate a lucido e ora mostrano il colore argento originale. All’antico splendore sono tornati anche i bronzi dorati della Via Crucis e la deposizione dell’altare. Non dimentichiamo poi la pulizia del mosaico color oro della volta realizzato dal 3° Genio di Udine che ha permesso di rendere nuovamente visibile la scritta “In hoc signo victoria gloria pax”. Ora manca il restauro dell’organo. Per le messe va più che bene, ma non è adatto per i concerti che vorremmo organizzare una volta al mese con programmi di musica sacra dedicati alla pace».

Ora che la cappella del Sacrario si presentain tutto il suo splendore. Don Sigismondo la definisce “clinica dell’anima”: «Qui la gente viene da tutta Italia per pregare e confesarsi. Per la nuova consacrazione della chiesa è stata scritta anche una nuova preghiera dedicata ai caduti nella quale si prega anche per i militari degli altri popoli coinvolti nella Grande guerra. Redipuglia così diventa un luogo di pellegrinaggio mariano per tutti». Ora l’auspicio è che anche gli altri luoghi di Redipuglia vengano presto interessati da lavori al fine di ridare al per ridare dignità a questo luogo sacro.

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