La Casa albergo ritorna Covid-free «Personale della Kcs ridotto allo stremo»

Tutta la residenza protetta per anziani di Monfalcone sta per ritornare Covid free. Nel blocco 2, quello costruito più di recente, i 22 ospiti, su 30, del reparto A risultati positivi tre settimane fa circa sono già ritornati negativi e il nucleo è stato riaperto, mentre si conta di procedere nello stesso modo lunedì con il reparto B, dove 14 ospiti su 30 erano stati contagiati. Il virus non è invece mai rientrato nel blocco 1, cioè nella casa di riposo costruita negli anni ’80 dal Comune e dove la “stanza degli abbracci” per l’incontro con i famigliari è sempre rimasta utilizzabile.
Gli ospiti, pressoché tutti asintomatici, hanno continuato quindi a essere seguiti e monitorati nella struttura, senza essere trasferiti in quelle ospedaliere. Un risultato raggiunto grazie alla vaccinazione degli anziani, ma anche alla decisione di evitare scambi di personale tra i due blocchi della casa di riposo, come hanno sottolineato ieri il sindaco Anna Cisint e il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali Michele Luise. Nelle ultime tre settimane ottemperare alla richiesta tassativa del Comune non è stato comunque banale per la Kcs, gestore del servizio per l’ente locale, che ha mantenuto la direzione e il controllo della residenza protetta.
«La Kcs ha avuto un momento critico a inizio contagi per sopperire alle assenze del personale positivo, ora quasi del tutto rientrate», ha affermato ieri la direttrice della struttura, Antonella Valletta. Cgil, Cisl, Uil Funzione pubblica definiscono invece «allo stremo il poco personale della cooperativa Kcs rimasto a lavorare» .
La situazione della casa di riposo di Monfalcone non sarebbe isolata, secondo Gaia Bandini della Fp Cgil, Lorena Gandin della Cisl Fp e Marisa Furlan della Uiltucs, e il problema di fondo «sempre lo stesso, ovvero la mancanza di personale cui la cooperativa non riesce a far fronte anche per la difficoltà a trovare le adeguate figure quali sono gli oss e gli infermieri» .
«Il Comune di Monfalcone si è reso disponibile a far inviare personale sanitario da Asugi, ma la cooperativa ne ha negato la necessità – aggiungono i rappresentanti sindacali –, pur avendo nelle scorse settimane tanto personale ammalato» . A detta delle organizzazioni di categoria, a Monfalcone si sarebbero presentate situazioni di carenza dei Dispositivi di protezione individuale (mascherine Ffp2 e visiere mancanti, guanti fuori misura, tute protettive strappatesi alla prima movimentazione dell’anziano) e, soprattutto, delle dipendenti avrebbero accusato un malore sul posto di lavoro.
«I dpi non sono mai mancati, tranne una mattina in cui, visto il ridursi della scorta, c’è stato un approvvigionamento in un’altra struttura – ha spiegato ieri Valletta –. Asugi, con cui è stata concordata la gestione interna degli ospiti, sta inoltre inviando un nuovo quantitativo di materiali». Vero è che due dipendenti della cooperativa hanno accusato un malore, subito affrontato, ma «per una situazione di salute pregressa».
Il sindaco e la direttrice hanno invece rigettato con nettezza la notizia, riferita dai sindacati, dell’utilizzo di personale non qualificato.
«Il primo obiettivo per il Comune è quello di salvaguardare gli anziani», ha ribadito il sindaco, sottolineando come a questa linea rispondano i lavori in corso per chiudere l’accesso al giardino della casa di riposo da via Aulo Manlio (lasciando un transito verso quello pubblico di via Gramsci-via Gigli). «Più che l’uscita, presto risolta, di un ospite alcuni mesi fa, l’intervento è stato deciso a fronte della frequentazione notturna dell’area», ha detto il sindaco, annunciando che il nuovo varco sarà quindi chiuso dalle 22 alle 6. Da rammentare che nel complesso c’è la farmacia e per un anziano residente nella via privata è agevole attraversare il varco a piedi, dove c’è consuetudine di passaggio. A breve infine la manutenzione straordinaria del sistema di chiamata dalle camere nel blocco 2. —
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