La Chiesa accoglie due nuovi sacerdoti

Celebrazione a San Giusto. Ordinato anche un diacono. Crepaldi: «Un grande dono per la città»
Lasorte Trieste 07/12/15 - Cattedrale S.Giusto, Nuovi Sacerdoti, Diacono
Lasorte Trieste 07/12/15 - Cattedrale S.Giusto, Nuovi Sacerdoti, Diacono

«Un dono divino, espressione del misterioso amore del Signore per la Chiesa che è in Trieste». Con queste parole l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha introdotto l’omelia dell’ordinazione sacerdotale di don Davide Chersicla e di don Samuele Cecotti, e quella diaconale di Davide Zanutti. La celebrazione ieri pomeriggio in Cattedrale. Chersicla, una delle voci della band “Sardoni barcolani vivi”, sarà vice-parroco nella parrocchia di Gesù Divino Operaio e presto si occuperà di giovani con un incarico in Diocesi.

Don Samuele, che ha svolto servizio a San Giacomo, è stato mandato dal vescovo a Roma per completare gli studi in Storia della Chiesa per la licenza alla Pontificia Università della Santa Croce. Davide Zanutti, finora assegnato a San Giovanni Decollato, passerà invece a San Pio X.

«Un prete – ha osservato Crepaldi – è in primo luogo plasmato dal Signore e dalla sua chiamata, ma anche da tante forze ed energie ecclesiali che concorrono in modo essenziale a definirne il profilo ministeriale, affinché sia, in definitiva, un uomo che Dio sceglie secondo un suo imperscrutabile disegno per farne il Padre e il Pastore del suo popolo». «Carissimi – ha aggiunto il vescovo rivolgendosi in particolare ai nuovi preti – sarete introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo. Egli stesso vi consacra, cioè vi consegna per sempre a Dio, affinché, a partire da Dio e in vista di Lui, possiate servire la Chiesa e gli uomini. Che significa consacrazione? Significa essere consacrati per sempre nella realtà della nostra vita, essere uomini che operano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo». E, ancora, «significa coltivare, con dedizione generosa e alta, lo zelo per le anime». Come sacerdoti, ha indicato Crepaldi, «dovrete preoccuparvi anche naturalmente delle necessità fisiche degli uomini, poveri, malati, migranti e senza-tetto. Ma, in modo preferenziale, delle necessità dell’anima dell’uomo. Delle persone che soffrono per la violazione del diritto o per un amore distrutto; delle persone che si trovano nel buio circa la verità; che soffrono per l’assenza di verità e di amore, di coloro che cercano di lasciare le spiagge desolate del peccato per approdare a quelle della comunione con il Signore». «Le persone che incontrerete dovranno sentire il vostro zelo – ha concluso – espressione della vostra testimonianza credibile per il Vangelo di Gesù».

(g.s.)

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