La classifica dell'attività parlamentare: primi i leghisti, ultimo Antonione
Il bilancio sulle presenze di deputati e senatori? Nella compagine dei venti parlamentari friul-giuliani di stanza a Palazzo Madama e Montecitorio sono i leghisti Mario Pittoni e Fulvio Follegot i più presenti. Ultimo Roberto Antonione

Roberto Antonione
TRIESTE Hanno la Padania e il sole delle Alpi nel cuore, ma dalla poltrona, quella romana, non si staccano quasi mai. Nella compagine dei venti parlamentari friul-giuliani di stanza a Palazzo Madama e Montecitorio, infatti, sono il senatore Mario Pittoni e il deputato Fulvio Follegot, leghisti di ferro, gli ”stacanovisti” indiscussi dell’aula. Con una percentuale di presenze altissima dall’inizio della legislatura sino a fine 2010 (99,8% per Pittoni e 99,7% per Follegot), i due esponenti nostrani del Carroccio risultano infatti i più presenti ai lavori palamentari nelle rispettive camere di appartenenza. Ineccepibile anche la terza camicia verde, la ”matricola” triestina Massimiliano Fedriga: le sue 7660 tra votazioni e missioni alla Camera gli fanno mettere in tasca il 99,4% delle presenze.
Evidentemente troppo impegnato nelle questioni triestine, invece, è il deputato pdellino Roberto Antonione, ultimo in classifica con il 75,1% delle presenze (5787 tra votazioni e missioni). A fargli compagnia, nei piani bassi della classifica, la collega di partito Manuela Di Centa, che si ferma al 79%.
Le ”pagelle” dei parlamentari del Friuli Venezia Giulia emergono spulciando i siti Internet di Camera e Senato, che schedano rigorosamente l’attività svolta in aula: presenze e assenze, ma anche l’iniziativa legislativa e la documentazione prodotta. La prima osservazione generale da fare è che i senatori sono ben più ”diligenti” e costanti dei deputati: nessuno dei nostri rappresentanti a Palazzo Madama, infatti, scende sotto il 96,5% delle presenze.
Se ci si sposta dalla quantità alla qualità, cioè non ci si limita a prendere in esame le presenze-assenze, ma si passa in rassegna il lavoro svolto dai parlamentari, le cose cambiano. L’operatività del singolo deputato o senatore, fatta di proposte di legge, mozioni, interrogazioni, interpellanze, interventi in aula, ordini del giorno, è tutta un’altra storia. Solo per fare un esempio: se il deputato Fulvio Follegot può considerarsi, come detto, uno dei più assidui inquilini di Montecitorio, non si può di certo dire che la sue iniziativa legislativa nel 2010 sia stata incontenibile. Con i suoi zero disegni di legge messi in cantiere nel 2010, infatti, l’attività legislativa di Follegot risulta una delle più ”timide”. Peggio di lui, però, fa il senatore democratico Flavio Pertoldi che, pur molto presente ai lavori parlamentari (98,1%), non ha mai presentato un disegno di legge come primo firmatario (non solo nel 2010, ma durante tutta la legislatura) e lo scorso anno si è cimentato in una sola interrogazione sul piano di ridimensionamento del servizio postale sul territorio nazionale.
La deputata azzurra Manuela Di Centa, invece, pur non essendo tra i primi della classe in quanto a presenze in aula, si è data da fare per la sua montagna, eleborando una proposta di legge sul riordino delle professioni del turismo montano e un’altra riguardante l’equiparazione del Tempio ossario di Timau ai cimiteri di guerra. Ma gli instancabili della politica sono altri. Al Senato è il pidiellino Giulio Camber a poter vantare il numero più alto di ddl presentati come primo firmatario: tre (sull’istituzione di zone franche nelle aree di confine con Slovenia e Austria; sulle norme in materia di alta formazione artistica, musicale e coreutica e sul ripristino della ricorrenza del Santo Patrono della città e relativa informazione).
Alla Camera in pole position ci sono invece il democratico Ettore Rosato e il leghista Massimiliano Fedriga, entrambi con quattro proposte di legge sfornate nel 2010. Scatenato anche il deputato del Pdl Manlio Contento che, oltre ad aver redatto tre ddl, ha prodotto una valanga di documenti: 57 come primo firmatario. Il collega di partito Ferruccio Saro, invece, dopo avere sfornato palate di ddl e mozioni varie tra il 2008 e il 2009, l’anno scorso ha voluto prendersela un po’ più ”comoda” e non si è fatto avanti con nuove proposte di legge.
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