La "contessa" che non paga dalla suite al dormitorio

Si è conclusa con un blitz della polizia all’hotel Al Viale, la parabola discendente della ”contessa” Adriana Ricciardi Gaudesi. La donna è accusata di insolvenza fraudolenta
Dai fasti del Savoia Excelsior all’essenzialità del dormitorio di via Udine. Si è conclusa l’altra sera, con un blitz della polizia all’hotel Al Viale, la parabola discendente della ”contessa” Adriana Ricciardi Gaudesi. La donna accusata di insolvenza fraudolenta per l’ammontare di oltre 12mila euro nei confronti del prestigioso albergo sulle Rive, è stata ”pizzicata” dagli agenti della volante nell’albergo a tre stelle di via Nordio. Era stata la direzione dello stesso albergo Al Viale ad avvisare la Questura, dopo aver letto sul Piccolo la vicenda dell’Excelsior.


La storia si è ripetuta identica: il 13 gennaio la ”contessa” era arrivata all’albergo Al Viale e anche in quel caso, con classe e nonchalance, aveva convinto il portiere a darle una stanza. Stanza che come accaduto appunto al Savoia non ha mai pagato se non, dopo varie insistenze, con un acconto di 200 euro. Non solo: ogni sera si faceva portare dal ristorante la cena in camera. Alla fine ha accumulato un conto di oltre mille 200 euro per l’alloggio e di circa 500 per il vitto.


«Cosa volete da me? Sono una cliente e non ho fatto nulla di male», ha detto la ”contessa” ai poliziotti. Gli agenti erano saliti fino alla stanza 205 dove era alloggiata per convincerla a scendere. Poi una volta nella hall ha finto di non ricordarsi nemmeno da quanti giorni era lì. «Sono arrivata da due o tre giorni», ha detto all’incredulo responsabile della reception. Poi ha aggiunto: «È tutto un equivoco». Gli agenti l’hanno poi accompagnata in Questura dove, come è prassi in questi casi, è stata fotosegnalata. Poi, attorno a mezzanotte, la donna stata accompagnata al dormitorio di via Udine. Non aveva bagagli ma solo due sporte in carta pesante con i simboli di altrettanti negozi griffati di Trieste. «La signora - aveva spiegato il portiere - si era presentata senza bagagli dicendo che aveva lasciato i suoi effetti personali in una casa in ristrutturazione. Mi sembrava una persona fine e distinta. Non avrei mai pensato...». La proprietaria dell’albergo e Sadim, il gestore del ristorante, hanno intanto annunciato l’intenzione di andare a sporgere querela in Questura. «Pretendeva di cenare ogni sera a base di pesce. E si faceva fuori anche una bottiglia di vino pregiato», racconta il ristoratore.


Dai primi di novembre fino al 20 dicembre la ”contessa” ha soggiornato, sempre gratis, al residence ”Le Terrazze” in via Filzi. È riuscita ad accumulare un conto di oltre 3mila 200 euro. Racconta Fabio Baldè, uno dei responsabili: «Quando si è presentata ci ha chiesto una suite e ha spiegato che si sarebbe trattenuta per lungo tempo. Al momento ci aveva dato l’impressione di un cliente da non perdere e così l’abbiamo subito accontentata. Una volta addirittura si era lamentata perché le pentole in dotazione alla cucina non erano con il fondo antiaderente. Sono subito andato a comprarne una batteria. In un’altra occasione mi aveva detto che da lì a qualche giorno le avrebbero dovuto portare una Porsche Cayenne e - considerato il valore dell’auto - aveva bisogno di un garage. Ovviamente l’ho subito accontentata». Continua ancora l’albergatore: «Per mandarla via ho dovuto chiamare i carabinieri. Era il 20 dicembre. Una volta fuori dalla suite aveva chiesto dove sarebbe potuta andare a dormire. Un carabiniere aveva scherzato: ”Abbiamo solo le chiavi del Coroneo”. Lei era impallidita e aveva risposto: ”Mi arrangio”...».


Ma c’è di più. Ieri si è diffusa la voce che la ”contessa” avrebbe recentemente trattato l’acquisto di un appartamento grande nel palazzo del Tergesteo andando anche a ordinare tende e divani e informandosi per l’allacciamento elettrico. Salvo poi non presentarsi alla firma del contratto.


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