La Cooperativa pescatori punta alla vendita diretta

GRADO. La prima cooperativa del Friuli Venezia Giulia che i soci riuniti in assemblea hanno deliberato all’unanimità di trasformare in Op (Organizzazione di Produttori) è la Cooperativa Pescatori di Grado. Lo scopo finale è un miglior reddito per tutti, ma ciò arriverà solo a seguito della valorizzazione della risorsa ittica, saltando gli intermediari per arrivare a incontrare direttamente il consumatore. In buona sostanza la Cooperativa Pescatori di Grado sta già oggi comportandosi così anche se non al cento per cento, tuttavia la trasformazione in Op è utile per il riconoscimento ufficiale, prima da parte del Ministero italiano e poi dalla Comunità europea, presso cui si possono attingere fondi per varie operazioni di sviluppo anche in settori attinenti alla pura pesca. Un esempio? La ristorazione. Già da una decina d’anni i pescatori gradesi hanno aperto il ristorante "Zero miglia" e la trasformazione in Op è un percorso lungo iniziato ancora un paio d’anni fa
Ciò per dire - sono gli stessi pescatori che lo precisano - che nulla è stato fatto per mettersi a confronto con un ristorante aperto da pescatori di Monfalcone. Anche perché si tratta di due cose completamente diverse una dall’altra. Ma c’è un altro aspetto sul quale la cooperativa pescatori di Grado punta ed è quella conserviera o in ogni caso della preparazione di cibi anche per asporto. Al momento si sta sperimentando, e con successo, l’utilizzo dei cefali e dei "datragani" che gli stessi pescatori preparano o marinano (ma al momento solo per il ristorante) oppure affumicano. Questi ultimi che sono una prelibatezza anche per asporto e si possono acquistare nella pescheria dello stesso mercato ittico. Non si trovano sempre poiché per la preparazione ci vogliono pesci di circa 800 grammi l’uno, non sempre reperibili a sufficienza. Per il futuro prossimo c’è inoltre l’idea di puntare sulla preparazione dei sughi.
Tutto, come si vede, a favore degli attuali 130 soci che la Cooperativa gestisce e che con la nuova impostazione voluta dalla comunità europea potrà gestire da sola anche i periodi e la quantità di pescato, che è meglio praticare in un determinato periodo dell’anno. Lo scopo è studiare e condividere le scelte per arrivare a un maggior reddito: le spese sono sempre più sostenute mentre il pescato diminuisce. Il bilancio è lo specchio. Nel 2015 la cooperativa i cui soci operano con reti da posta, draghe idrauliche, strascico, volante nonché pesca lagunare, ha registrato complessivamente 6.178 quintali di pesce contro i 7.540 del 2014. Tuttavia una maggior accortezza e in ogni caso un aumento del prezzo ha contenuto la perdita. Dai 3 milioni e 320 mila euro del 2014 la cooperativa è passata a 3 milioni e 200 mila euro nel 2015. «Le esperienze - dice il presidente della Cooperativa Pescatori, Donato Antonio Santopolo - sono positive e vogliamo proseguire così. Siamo certi che aumentare la quota di vendita al dettaglio, con la qualità del prodotto che ci contraddistingue, farà crescere la remunerazione del lavoro dei soci». La cooperativa opera anche con la vendita on line, soprattutto coi gruppi di acquisto solidale.
@anboemo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo