La corsa “sommersa” di Forza Italia e alleati e l’iperattivismo dem

Il centrodestra, in vantaggio nei sondaggi, centellina gli incontri e resta sotto coperta. Pd cerca la rimonta moltiplicando gli eventi
Udine 20 Aprile 2013 allestimento seggi Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 20 Aprile 2013 allestimento seggi Copyright Petrussi Foto Press /turco

TRIESTE. Quando è in arrivo un big come Matteo Salvini - lunedì 19 febbraio il segretario leghista toccherà le quattro province del Fvg -, lo si fa sapere eccome. Ma per il resto a centrodestra, se possibile, si sta sotto coperta. Lo fa soprattutto Forza Italia, che non ha nemmeno presentato i candidati per le politiche tutti assieme. Se si è in vantaggio, del resto, perché rischiare il confronto? Dall’altra parte, invece, la comunicazione è massiccia, gli incontri si moltiplicano, si cerca il faccia a faccia. Se sei sotto, non c’è molto altro da fare.

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Trivignano 10 Novembre 2017. Incontro Autonomisti. © Foto Petrussi


Fu Enrico Mentana a moderare il primo braccio di ferro politico “moderno” in tv, nel 1994, tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto. Nel 1996 altri due confronti, tra Berlusconi e Romano Prodi. Ma nel 2001 il Cav si sottrae alla chiamata di Francesco Rutelli: è la prima volta della “strategia dell’evitamento”. Cinque anni dopo è Prodi a tenersi per un po’ lontano dal ring (e Berlusconi se ne lamentò), almeno fino a quando il Professore non fu rassicurato sull'equità del dibattito. Chi sente il vento a favore fa di tutto per non scivolare sulla buccia di banana. «È l’abc della comunicazione – osserva Angelo Baiguera, portavoce di Riccardo Illy nella legislatura 2003-08 –. Chi è in testa non ha alcun interesse al confronto perché ha poco senso rischiare se le cose stanno andando per il verso giusto».



Qualche eccezione, a dire il vero, c'è. Era il 2008, i sondaggi tutti a favore di Illy, ma il presidente uscente non ebbe il timore del duello e accettò l’invito di Telefriuli. Un minuto dopo l’inizio della trasmissione, però, Renzo Tondo, dopo avere attaccato l’avversario sul tema del debito, si alzò dalla poltrona e abbondonò lo studio. Pochi giorni più tardi il carnico avrebbe battuto il triestino.

A due settimane dal 4 marzo siamo ritornati sul classico. Tondo, che è stavolta in vantaggio, ha controproposto a Serracchiani che gli chiedeva il confronto diretto di invitare tutti i concorrenti al seggio. Ma è l'intero Pd, non solo Serracchiani, a essere particolarmente attivo: dalla presentazione in grande stile a Udine agli appuntamenti fittissimi sul territorio. Anche se non con la squadra al completo, ma in ordine sparso. Chi da solo, Illy in primis, chi in coppia, qualcuno a gruppi di tre.

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Si sono così visti insieme Tommaso Cerno e Ettore Rosato, Francesco Martines e Isabella De Monte, la stessa De Monte e Giorgio Zanin (a Pordenone anche con Bolzonello). Lunedì ancora De Monte si aggiungerà a Franco Iacop e Paolo Coppola a una serata pubblica a Pavia di Udine. L’agenda del Pd è strapiena. E puntalmente comunicata. Ieri si sono contate 16 iniziative, con l’europarlamentare che sfida Luca Ciriani nell’uninominale friulano del Senato, ancora protagonista dal mattino a sera: a Spilimbergo con Cerno, a Tolmezzo e Majano con Franco Iacop e Silvana Cremaschi, mentre a Gemona Cerno e Cremaschi incontravano Beppino Englaro, il padre di Eluana. Tra oggi e domani altre 15 tappe, con in campo anche i vari Brandolin, Fasiolo e Rojc e Rosato e Serracchiani assieme lunedì a Trieste davanti a commercianti e artigiani.

Non meno capillari l’informazione e l'attività M5S, tra incontri sul territorio e ospiti di spicco: è già noto che Gianluigi Paragone sarà in Fvg il 26 e 27 febbraio. Ed è stata pure dei grillini, sin qui, la presentazione di candidati più frizzante del panorama politico locale.

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A centrodestra invece, se Lega e FdI hanno messo la faccia degli aspiranti parlamentari davanti a giornalisti e telecamere, Fi ha scelto la strada delle presentazioni interne al partito, tra dirigenti e amministratori, e del contatto diretto con gli elettori comunicato su Facebook (dove peraltro non compare con un suo profilo il capolista al Senato Franco Dal Mas), come è accaduto ieri per un appuntamento a Venzone che ha visto presenti, con Riccardo Riccardi, i candidati Sandra Savino, Roberto Novelli (pronti a partire in camper per il rush finale) e Laura Stabile. Nulla di troppo diverso per gli altri partiti del centrodestra. «Evidentemente, al di là dei sondaggi, c’è chi ha la sensazione che in questa fase non solo non sia necessario il confronto, ma che nemmeno l’elettorato lo chieda - rileva Maurizio Pessato (Swg) -. In realtà, un vero e proprio modello non c’è. Anche perché nelle ultime due settimane le cose possono cambiare».

Nelle ultime due settimane, in effetti, potrebbe emergere il meccanismo della curiosità sui candidati. Quello che il centrodestra, che sta puntando sulla parte proporzionale del Rosatellum, in cui ritiene di essere in vantaggio, non vuole. I candidati, se bastano i simboli a far vincere, meglio nasconderli. Ma Roberto Antonione crede che ci sia dell'altro. «Per quello che ho visto mi pare una campagna più colpevolmente spenta che volutamente defilata - commenta l’ex coordinatore nazionale azzurro -. Mi ha per esempio colpito che il candidato al Senato, Stabile, abbia fatto sapere che intende parlare di un solo argomento. Almeno la visione del partito la devi conoscere. Com’era ai tempi del Berlusconi più giovane? Lui portava i voti, i candidati non all’altezza li perdevano».
 

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