La critica degli esperti: «Ritardi della Regione»

«Ci sono evidenti ritardi della Regione nell’attuazione dei piani di gestione dei siti Natura2000, compresa la Cassa di Colmata del Lisert». Lo sostiene Livio Poldini, professore emerito di ecologia...

«Ci sono evidenti ritardi della Regione nell’attuazione dei piani di gestione dei siti Natura2000, compresa la Cassa di Colmata del Lisert». Lo sostiene Livio Poldini, professore emerito di ecologia vegetale dell’Università di Trieste, durante un convegno a Villa Vicentini Miniussi promosso dall’associazione ambientalista Eugenio Rosmann dedicato al Lisert e alle aree umide del monfalconese. Poldini sottolinea come altre regioni siano già al terzo livello di monitoraggio, per seguire con strumenti scientifici l’evoluzione delle aree protette di interesse europeo e intervenire di conseguenza. Il convegno è stato arricchito dalla proiezione di cartoline storiche, dall’antichità alla prima industrializzazione, dalle due guerre fino a oggi, proposta dall’architetto Paola Barban, mentre le valenze storiche dell’area, in particolare del periodo romano, sono state approfondite dall’architetto Gualtiero Pin, ponendo l’attenzione sulla centralità del Lacus Timavi e dell’abitato di Monfalcone,  tra importanti centri dell’antichità come le Foci del Timavo e Duino e Aquileia.

È toccato invece all’ornitologo triestino Paolo Utmar mettere in luce l’eccezionale ricchezza avifaunistica dell’area sia in riferimento al canneto del Lisert, sia della cassa di colmata e dello specchio di mare del Golfo di Panzano.

La presenza di aree naturalistiche in zone densamente industrializzate non è un caso eccezionale e sono molti in Europa gli esempi virtuosi di convivenza tra habitat di pregio e siti industriali, purché ci sia un reciproco riconoscimento e una corretta pianificazione e gestione. Durante il convegno sono stati proposti dal botanico goriziano, Pierpaolo Merluzzi, gli altrettanto interessanti aspetti botanici, grazie alla particolare morfologia della cassa di colmata, moderatamente soggetta alle maree, che ospitano una vegetazione sempre diversa, con il pregiato canneto d’acqua dolce e una fascia di risorgiva molto interessante, per la quale è stata avanzata una richiesta di istituzione di biotopo regionale. Della corretta gestione del paesaggio in un  contesto di grande complessità, per la compresenza di aree naturali e produttive, si è soffermato l’architetto Danilo Antoni, segnalando le minacce a cui è sottoposta l’area costiera tra Monfalcone e Duino.(lu.pe.)

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