La Croazia schiera seimila agenti al confine con la Serbia. Più controlli in Austria

Vienna reintroduce le verifiche anche alla frontiera con l’Italia. Bruxelles: "Misure che sembrano rientrare nelle regole di Schengen". Zagabria si prepara alla deviazione della rotta balcanica provocata dal "muro" magiaro. In Croazia sul cammino dei disperati anche il rischio dei campi minati
Il filo spinato al confine tra Ungheria e Serbia
Il filo spinato al confine tra Ungheria e Serbia

TRIESTE. L’Ungheria blinda il confine con la Serbia e mette in fibrillazione, con effetto domino, i Paesi vicini, quelli lungo i quali - o accanto ai quali, come nel caso della Bosnia - transitava sin qui la rotta balcanica. Così, mentre su un altro versante l’Austria reintroduce i controlli alla frontiera anche con l’Italia, la Croazia ha schierato quasi seimila poliziotti ai confini con la Serbia. Il governo ha ribadito più volte di essere disposto ad accogliere fino a tremila persone nell’ambito delle quote proposte dall’Ue; e sta stilando una lista di edifici e alloggi disponibili.

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«Abbiamo messo a punto un piano straordinario, che in caso di necessità potrà essere rapidamente attivato», ha detto il ministro degli Interni croato Ranko Ostojic. Sin qui Zagabria aveva sempre sottolineato di non attendersi massicci afflussi di profughi. Ma «è un sistema di ricadute», e «se i migranti non possono andare da qualche parte, c’è la realistica possibilità che vengano nella nostra direzione», ha detto Zlatko Sokolar, capo dell’amministrazione di frontiera del ministero dell’Interno precisando che al momento il confine di 325 chilometri con la Serbia è tranquillo. Anche se martedì sera, dopo essersi arresi davanti alla barriera ungherese, i primi gruppi di profughi si sono diretti verso la Croazia. E nel Sud della Serbia alcuni bus carichi di migranti giunti dalla Macedonia e in partenza per il Nord hanno esposto sul parabrezza non più il cartello “Beograd” o “Horgos” ma “Sid”, posto di confine tra Serbia e Croazia.

Nelle ultime ore del resto un gruppo attivo su Facebook che si definisce “Avoid Hungary - Migration News” (Evitate l’Ungheria - Notizie sui migranti) ha pubblicato una mappa con percorsi alternativi che, stampata su volantini, viene distribuita ai profughi già al confine meridionale fra Grecia e Macedonia, secondo quanto riferito dalla tv croata N1 e rilanciato dai media serbi. “Closed” (chiuso), vi si legge in corrispondenza del confine Ungheria-Serbia, mentre con “open route” (percorso libero) una freccia indica il passaggio per Croazia e Slovenia.

La mappa pubblicata martedì sul profilo Facebook "Avoid Hungary - Migrant News"
La mappa pubblicata martedì sul profilo Facebook "Avoid Hungary - Migrant News"

I media croati hanno già messo in guardia sul pericolo mine: si calcola che circa l’1% del territorio nazionale sia ancora infestato da ordigni inesplosi risalenti alle guerre degli anni Novanta, anche se evidenziati da segnali di avvertimento. I campi minati si trovano potenzialmente proprio sul cammino dei disperati diretti verso Nord. Organizzazioni umanitarie stanno chiedendo ai media di condividere e pubblicare la mappa che evidenzia il posizionamento delle mine e i punti più pericolosi: eccola qui sotto (purtroppo non è troppo dettagliata e leggerla risulta piuttosto difficoltoso).

La mappa dei campi minati in Croazia
La mappa dei campi minati in Croazia

L'Austria ripristina i controlli al confine con l'Italia. Budapest completa il muro con la Serbia e arresta decine di migranti
Profughi alla stazione dei treni di Salisburgo

La Bosnia intanto è in allerta: anche le autorità di Sarajevo si attendono un cambiamento di rotta dei profughi dal Medio Oriente, che cercheranno di raggiungere i Paesi Ue attraverso Bosnia e Croazia. «Dimostreremo - ha detto il premier Denis Zvizdic - un alto livello di umanità e spirito di solidarietà e cercheremo di assicurare il massimo aiuto durante il soggiorno in Bosnia: tutti sappiamo che il loro obiettivo finale non è la Bosnia ma i Paesi dell'Ue». Il governo bosniaco ha già costituito un'unità di coordinamento.

Intanto, come detto, l’Austria ha notificato alla Commissione Ue la reintroduzione temporanea dei controlli a tutte le sue frontiere da mercoledì 16 settembre. Si conferma che saranno effettuati ai confini con l'Ungheria, ma anche con Italia, Slovenia e Slovacchia. Per Bruxelles «a prima vista sembra essere una situazione che rientra nelle regole» Schengen. (p.b.)

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