La Cuccia: i 40 cani non vanno trasferiti

Laura Grassi: «Associazioni disposte a collaborare Al sindaco chiediamo solo steccati e disinfestazioni in loco»

RONCHI DEI LEGIONARI. Insorgono i cinofili della Cuccia contro «la condanna a una clausura a vita» per i 40 cani detenuti in giardino dalla ronchese Maria Teresa Franco, sui quali pendono le “accuse” di aver divorato una quarantina di polli dei vicini e di aver aggredito i carabinieri, intervenuti per verificare la situazione. A fronte di ciò il sindaco di Ronchi ha emesso un’ordinanza che impone di lasciare in custodia alla donna solo cinque cani, mentre tutti gli altri dovrebbero essere trasferiti nell’allevamento delle Vallate a Cormons. Una soluzione che per Laura Grassi, presidente della Cuccia, rappresenterebbe una sorta di “ergastolo” per gli animali, con spese ingenti, oltretutto, per il loro mantenimento. I volontari hanno così chiesto di incontrare in questi giorni il sindaco per illustrare le loro alternative ed evitare il trasferimento degli animali.

Secondo Laura Grassi «la situazione può essere gestita in loco evitando il ritiro dei cani nel canile convenzionato delle Vallate creando vasti recinti, essendo la proprietà molto estesa. In tal modo si eliminerebbe totalmente il problema dei cani vaganti all’esterno della proprietà e verrebbe garantita l’incolumità pubblica».

I cani, nella proposta della Cuccia, potrebbero essere divisi in gruppi per sesso e per età, per esempio 4 recinti, tra cui uno intorno alla casa della signora con i cani a lei più cari. «Le associazioni che si occupano di animali abbandonati - spiega Laura Grassi - sono disposte a offrire la loro massima collaborazione: sarebbe così possibile dare in adozione i cani più giovani e garantire un aiuto costante per l’approvvigionamento del cibo e per il monitoraggio della situazione sanitaria». Da prevedere poi la sterilizzazione delle femmine «per evitare la sovreccitazione dei maschi e diminuire il rischio di litigi e latrati».

Secondio Laura Grassi i vantaggi così ottenuti sarebbero evidenti anche sotto l’aspetto economico, «evitando il mantenimento a vita presso il canile dei cani non adottabili, molto più oneroso delle spese per gli interventi sopraccitati».

Si tutelerebbe inoltre il benessere psicologico della signora Franco e quello dei cani». Ma per la Cuccia «è necessario pure un intervento urgente di ordine sanitario, in quanto tutti i cani sono affetti da parassitosi esterna (zecche e pulci) e sicuramente interna, con la disinfestazione dei cani e dell’ambiente». Ciò garantirebbe anche la tutela dell’igiene negli ambienti in cui vive la donna.

Ma Laura Grassi è scettica anche sull’asserita aggressività dei cani: «Siamo entrati - dice - nella proprietà senza problemi, nessun cane ha avuto nei nostri confronti un atteggiamento di minaccia, alcuni sono avvicinabili e altri hanno preferito mantenere una distanza di sicurezza.

«Il problema che si è creato per i cani vaganti all’esterno conclude la presidente della Cuccia - verrebbe completamente eliminato con i nostri suggerimenti. Il fatto poi che la signora corra dei pericoli non è stato assolutamente da noi ravvisato. Basti pensare che non ha mai subito un’aggressione e sono anni che questa situazione si perpetua».(f..m.)

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