La difficile estate di genitori e figli piccoli Centri estivi e asili nido da riorganizzare

I Comuni di Ronchi, San Canzian, Fogliano e Turriaco stanno studiando le modalità di accoglienza di bambini e ragazzi

Laura Blasich

Nel Monfalconese si punta a garantire servizi ai genitori con bambini durante tutta un’estate che potrebbe profilarsi di piena ripresa dell’attività lavorativa e quindi senza ferie per i “grandi”. Tutti i Comuni hanno iniziato a lavorare sull’apertura degli asili nido e sull’organizzazione dei centri estivi, ritenuti essenziali per fornire un supporto alle famiglie, che già da fine febbraio si stanno confrontando con la chiusura delle scuole. Anche se indicazioni chiare ancora non ci sono.

A Ronchi dei Legionari il sindaco Livio Vecchiet ha annunciato l’intenzione di ampliare l’offerta dei centri estivi comunali da giugno ad agosto. Il Comune sta inoltre lavorando per restituire alle famiglia le quote già versate di mensa scolastica, trasporti scolastici e asilo nido, in attesa di una decisione del Governo nazionale su termini e modalità di riapertura delle scuole, quindi anche dei nidi. A San Canzian d’Isonzo, dove non esiste un nido né comunale né privato, l’amministrazione vorrebbe realizzare i centri estivi comunali, estendendone la durata. «A bilancio mettiamo i fondi necessari – dice il sindaco Claudio Fratta – per proporre i centri estivi, che per materne e primarie sono gestiti dalla cooperativa Itaca e per le medie dalla Uisp. Sappiamo che le cooperative del settore si stanno attivando per individuare le soluzioni e predisporre dei progetti. Il tema è la gestione in sicurezza per tutti di un’attività del genere». L’amministrazione intende incontrare più in là, quando ci sarà maggior chiarezza, le associazioni sportive e non che nel territorio propongono attività per bambini e ragazzini durante il periodo estivo. Per la Ludoteca comunale, rivolta ai bimbi tra i 12 e i 36 mesi, una riapertura per il sindaco è pensabile forse a ottobre.

A Fogliano Redipuglia il nido non si può riaprire, ma la cooperativa Itaca, spiega il sindaco Cristiana Pisano, ha già proposto un piano di impiego del personale in modo alternativo durante l’estate. «Se verranno emanate delle linee guida a livello nazionale, si potrebbe pensare a un nido aperto in agosto, mese di chiusura nella normalità», afferma Pisano. Discorso analogo per il centro estivo gestito dall’associazione Planet Fighters. «Le limitazioni rischiano di essere tante e la prospettiva è di dover rinunciare alle gite e alla piscina e poi c’è il tema del pranzo – prosegue il sindaco –. La volontà c’è, ma siamo davvero preoccupati. Forse qualsiasi iniziativa avrà più la veste di babysitting che altro o dovrà essere strutturata per gruppi piccolissimi».

A San Pier d’Isonzo pure si sta già ragionando sulla realizzazione dei centri estivi comunali, «compatibilmente con quel che sarà», come afferma il vicesindaco Stefano Bevilacqua. «Bisogna ripartire e le famiglie avranno bisogno di un aiuto – dice –. Stiamo verificando soluzioni che sfruttino quanto abbiamo in casa, nel paese, in sostituzione del centro estivo che di solito viene organizzato nel villaggio turistico di Marina Julia, a Monfalcone». Il Comune sta pensando ad attività più legate alla natura e alla storia contadina del paese e un periodo più esteso, spiega l’assessore alle Politiche sociali Marta Lollis. A Turriaco, dove non esiste un nido e il Comune non gestisce dei centri estivi, è stato avviato un primo confronto con le associazioni. «Stiamo attendendo il nuovo decreto», afferma il sindaco Enrico Bullian.—

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