La discarica di Pecol infiamma l’aula

CORMONS. Il caso Pecol dei Lupi torna a far discutere maggioranza e opposizione. Consiglio comunale piuttosto caldo sul tema l'altra sera: toni anche piuttosto accesi in alcuni frangenti infatti tra il sindaco Luciano Patat e Roberto Felcaro, che oltre ad essere consigliere di minoranza è anche il candidato sindaco del centrodestra.Inevitabile quindi un duello rusticano tra le parti che sullo sfondo ha la campagna elettorale ormai lanciata. L'esponente di Direzione Cormons ha infatti accusato il primo cittadino di "raccontare storie" sull'impegno dell'amministrazione comunale in merito alla querelle legale che oppone Regione e curatore fallimentare della ditta alla quale era stato espropriato in modo ingiusto un terreno su cui poi è sorta la discarica: «Il Comune dovrebbe farsi sentire maggiormente sulla questione - ha tuonato Felcaro - perché stiamo parlando di un sito che oltre ad essere potenzialmente pericoloso per la salute dei cittadini visti i dubbi sollevati da più parti su possibili fuoriuscite di percolato, è anche un costo abnorme per la collettività, dato che annualmente costa ai contribuenti isontini in media 600 mila euro. Una cifra che, se Regione e curatore fallimentare non si metteranno d'accordo in tempi brevi, rischia di essere in capo ai cittadini per anni: il Comune batta i pugni affinché si giunga ad una soluzione, non sia remissivo».
Patat ha spiegato come nel merito della questione Cormons non possa incidere: «A doversi mettere d'accordo sono Regione e curatore fallimentare: noi possiamo fare ben poco, è l'amministrazione regionale che ha i mezzi per operare. E infatti, se da un lato è ancora aperta una trattativa tra le parti per giungere a un accordo bonario dopo il verdetto finale favorevole all'impresa ormai fallita da parte del Consiglio di Stato, dall'altro si è scelta la strada dell'esproprio per ragioni di pubblica utilità, di modo da accorciare i tempi verso il post mortem».
È qui che Felcaro ha accusato Patat di «raccontare storie», facendo andare su tutte le furie il sindaco. «Come fai a dire che da un lato - si è rivolto il candidato di Direzione Cormons al sindaco - si cerca un accordo e dall'altro si impone d'imperio un esproprio? Delle due l'una: o mi togli arbitrariamente la casa, o sei in trattativa con me per giungere a un accordo. L'una esclude l'altra: non prendiamoci in giro».
Durissima la controreplica di Patat: «Non racconto certo frottole, bensì evidenzio come stanno le cose: la Regione, e soprattutto il Comune essendo direttamente interessato dalla questione, ha tutto l'interesse a chiudere prima possibile la questione. Ma senza un accordo, al momento ancora lontano, è tutto difficile. La controparte ha chiesto inizialmente 20 milioni di euro di risarcimento danni, una cifra impensabile e fuori mercato. Oggi la trattativa in corso ha dimezzato la richiesta, comunque ancora troppo alta per essere accolta: nessun dirigente regionale accetterà mai di apporre la propria firma su una determina che avvalli lo stanziamento di una quota simile perché potrebbe entrare in tal modo nel mirino della Corte dei Conti essendo ben superiore al valore reale dell'area. E quindi la situazione è in stand by da questo punto di vista: è per questo che la Regione, intanto, ha intrapreso anche la via della legge che possa portare all'esproprio ad hoc del terreno in questione, proprio per diminuire più possibile i tempi verso l'obiettivo post-mortem. Quanto alle condizioni del sito - ha concluso Patat - smentiamo seccamente qualsiasi illazione su condizioni di pericolosità per l'ambiente».
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