La domenica triestina del ministro Patuanelli: «Quando rientro da Roma decide tutto mia moglie»

Dalla tappa al banchetto dell’Ordine degli ingegneri in piazza Borsa ai commenti sulla partita dell’Alma vista all’Allianz Dome la sera prima 
Foto BRUNI 20.10.2019 Ministro Patuanelli in piazza Borsa
Foto BRUNI 20.10.2019 Ministro Patuanelli in piazza Borsa

TRIESTE La domenica triestina di Stefano Patuanelli è iniziata in realtà la sera prima, sugli spalti dell’Allianz Dome, facendo il tifo per la squadra del cuore.

All’indomani della vittoria biancorossa, il neoministro è poi passato a salutare amici e colleghi ingegneri, che ieri mattina stavano tenendo un banchetto informativo in piazza della Borsa. Il resto della giornata l’ha trascorso in famiglia, per prepararsi infine a lasciare la sua città natale e rientrare nella Capitale, dove lo richiama il ruolo di capo di dicastero dello Sviluppo economico di via Veneto. «Non vi sono ancora del tutto abituato – ha raccontato al Piccolo –, ad esempio nel momento in cui devo girare con la scorta oppure mi riconoscono per strada. Le giornate al ministero dello Sviluppo economico, per il resto, iniziano alle 7.30 e finiscono a mezzanotte». In tempo per una chiacchierata liberatoria con il coinquilino romano, anch’egli pentastellato.

Tornando a ieri, il pretesto per la “rimpatriata” è stato il gazebo per la Giornata nazionale della prevenzione sismica, allestito sulla pubblica piazza da ingegneri e architetti della provincia. Là il ministro, che si trovava in città “toccata e fuga” per il fine settimana, ha incontrato vecchi conoscenti e risposto alle domande dei giornalisti.

Qualche passante curioso intanto immortalava la scena con lo smartphone. «Ci sono Salvatore Noé, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Trieste quando io ero consigliere – ha spiegato Patuanelli –. Elisabetta Delben, attuale presidente dell’Ordine nonché mia compagna di scuola materna. Diversi colleghi del mio ufficio. Sono passato a trovarli mentre i bambini stanno facendo i compiti, a casa con la mamma. Adesso che è quasi mezzogiorno rientrerò per pranzo pure io».

Programmi per il resto della giornata? «Cerco di dedicare il poco tempo che passo a Trieste alla mia famiglia e ai miei tre figli. Ultimamente torno a casa a spot. Ovviamente ero qui mercoledì, per i funerali di Stato (degli agenti di Polizia Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, ndr). Sono tornato un paio di weekend, da quando sono ministro, mentre un altro fine settimana ancora è venuta la mia famiglia a Roma. Di più, non so dirvi nemmeno il menù del pranzo: tra me e mia moglie c’è un tacito accordo, in base al quale nei weekend sceglie tutto lei, visto che io passo il resto della settimana a prendere decisioni». Pomeriggio a sorpresa, insomma.

Qualcuno, nel frattempo, gli ha chiesto se sabato sera avesse visto all’Allianz Dome la partita della Sveva Pallacanestro Trieste. «Un match emozionante, per la dedica a Sveva e perché è andato bene – ha risposto –. Non è stato facile. Ho notato grande difficoltà sul perimetro ma anche un grande leader in campo, Jones, come da tempo non si vedeva». Per la piazza è passato pure il primo cittadino Roberto Dipiazza, ieri, non senza fermarsi per una stretta di mano. «Ci siamo scambiati qualche informazione sulla Ferriera – ha riferito poco dopo Patuanelli – e mi ha raccontato di aver presenziato a una cerimonia per il 150esimo anniversario della chiesa serbo-ortodossa. È una persona con cui è sempre divertente chiacchierare, a prescindere dalla politica».

La politica, già. Com’è il governo visto da dietro le quinte? «Molto diverso da come lo si percepisce da fuori. Cerco di mettere a disposizione le mie piccole competenze al massimo e spero di essere all’altezza del ruolo. La peculiarità del mio dicastero è di essere diviso in due: non soltanto le grandi crisi industriali ma anche la parte che si occupa di incentivi, impresa 4.0, accompagnamento delle aziende verso la digitalizzazione. Sono gli aspetti più belli e, al contempo, quelli che passano meno attraverso gli organi di stampa, com’è normale che sia»

Ha aggiunto il ministro: «Mi fa strano la visibilità. Non sono abituato a girare con la scorta, a essere riconosciuto quando vado a cena fuori, al fatto che ogni tanto mi chiedano i selfie. Non dico che mi imbarazzo ma queste cose non fanno parte della mia natura. Per il resto le giornate sono sempre impegnative, dai grandi problemi ai piccoli dettagli del personale ministeriale».

Esiste una giornata tipo, a proposito? «Di solito vado al Mise alle 7.30 e, tra una cosa e l’altra, rientro a mezzanotte. Nel mezzo ci sono diversi appuntamenti e tavoli aperti; il tutto cambia parecchio a seconda di dove sono. Un giorno sono entrato e uscito dalla stessa stanza per 16 volte di fila, ogni volta con una persona diversa». Ma come si sta nella capitale? «A Roma vivo con un pezzo da novanta del M5s da sempre, Bugani (Massimo, consigliere comunale a Bologna e attuale capostaff della sindaca Virginia Raggi, ndr)».

Quindi siete coinquilini? «Sì. La parte più bella della giornata è quando arrivo a casa, a qualsiasi ora, e passiamo un’oretta a parlare, farci due risate. Serve a scaricare la tensione». —


 

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