La dottoressa va in pensione Gretta senza medico in rivolta

Non è colpa della crisi, per una volta. A cessare l’attività non è un negozio, né un bar, né un ristorante. È lo studio medico della dottoressa Serena Mihich a chiudere. La ragione? La dottoressa va in pensione. L’effetto? I cittadini restano senza il proprio medico di base. La conseguenza? Gli “orfani” della dottoressa, ragionevolmente oltre mille persone, perdono un punto di riferimento, un interlocutore fidato cui rivolgersi. La peculiarità della situazione? Non c’è un sostituto designato. La reazione? Una raccolta di firme per chiedere di colmare la lacuna e ripristinare il servizio, che sfiora già quota trecento.
Il preavviso è arrivato in zona Cesarini, una quindicina di giorni fa. «Una doccia gelata e inattesa», spiegano i cittadini. Poche righe, per spiegare che “a decorrere dal primo dicembre 2016 la dottoressa Serena Mihich cesserà la sua attività di medico di medicina generale. A tutti i suoi assistiti verrà inviata una specifica comunicazione con indicazioni per la scelta del nuovo medico». Disorientati, i cittadini hanno iniziato a tempestare di richieste, domande e timori il farmacista di Gretta, il dottor Umberto Rubino, divenuto, suo malgrado, il collettore delle paure dei residenti. Spiega lo stesso Rubino: «Sono giornate concitate. Molti residenti si trovano, improvvisamente, senza il medico che li conosce e li ha sempre consigliati e curati. Soprattutto per i più anziani, l’idea di cambiare implica disagi. Sappiamo che non ci saranno sostituzioni dirette, perché la Regione punta a massimizzare i servizi già operativi. Cosa significa? Ogni medico può avere fino a 1300 pazienti, addirittura vengono concesse deroghe per alzare la soglia a 1500. La linea è suggerire ai residenti di Gretta di rivolgersi agli altri professionisti che esercitano in città e che hanno “spazi” per nuovi utenti. Ovviamente, per un abitante di Gretta, pensare di avere il medico di base a Muggia o San Luigi non è il massimo della comodità».
Il farmacista propone una chiave di lettura più prosaica: «Accanto al disservizio, c’è un problema socio-economico. Molti cittadini, uscendo dallo studio della dottoressa, venivano nella mia farmacia per acquistare prodotti e medicine. Quanti, tra chi trovasse un medico lontano, tornerebbero qui, nonostante i servizi erogati? Il cittadino che trova un medico altrove, cercherà altre farmacie e, successivamente, altri negozi dove fare la spesa. Gretta è già penalizzata: pensiamo al caso delle palazzine Ater dismesse. La sensazione diffusa è che, progressivamente, questa zona stia regredendo. Si rischia un effetto domino molto pericoloso». E la raccolta firme cosa chiede? Spiega ancora il farmacista: «La richiesta è di rivedere i piani e garantire il servizio. L’obiettivo correlato è fare informazione: se ci fossero professionisti interessati, sappiano che i cittadini del rione chiedono un presidio sanitario. Esiste anche una raccolta di firme parallela, con la stessa finalità. Attendiamo una risposta dalle istituzioni». E la risposta richiesta non tarda ad arrivare. Le istituzioni gettano acqua sul fuoco, rassicurano la cittadinanza e annunciano una serie di misure tese a garantire il servizio sul territorio.
L’assessore regionale alla sanità Maria Sandra Telesca spiega in effetti che «sono gli accordi nazionali e locali vigenti a porre vincoli precisi, che non possiamo aggirare. Non possiamo sostituire direttamente la dottoressa, tuttavia chiederò all’azienda di portare la questione sul tavolo con i medici di medicina generale della zona di riferimento, per valutare disagi e possibili soluzioni». Dall’azienda sanitaria, rendono altresì noto che solo le zone “carenti” dal punto di vista dei presidi medici hanno la facoltà di innestare un nuovo studio medico, e il territorio non ha numeri riconducibili a una carenza. Sono ancora disponibili, complessivamente, 12mila posti per pazienti assistiti tra i vari medici della zona, e il quadro delineato lega le mani alle istituzioni dal punto di vista di un semplice avvicendamento. Tuttavia, non mancano le alternative: la direzione di Asuits è disponibile a fissare incontri con i cittadini richiedenti, fissando un appuntamento ad hoc. Esiste già una lista di medici di medicina generale cui rivolgersi, oltre al servizio garantito dal Pdmg (il Presidio di medicina generale). Ancora, dal 12 dicembre verranno aperti tre Cap (i Centri assistenza primaria), due presso l’ospedale Maggiore e uno collocato alla Stock, quindi a ridosso di Gretta. Dall’azienda sanitaria, giunge dunque l’invito a prendere coscienza del quadro generale della sanità, ricordando che il Cap garantirà un servizio completo ed esaustivo.
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