La fabbrica delle anciughere torna a rivivere sulle scene del teatro di Tullio Svettini

la storia
Nel lontano 1880 l’industriale boemo Karl Wahranek ha costruito, nell’isola, la prima fabbrica per la lavorazione e la conservazione delle sardine. Fu il primo passo verso lo sviluppo conserviero a Grado che ebbe fasti davvero importanti per poi tristemente finire con la chiusura della Safica (qui si produceva negli ultimi anni anche il tonno Nostromo) avvenuta negli anni Novanta del secolo scorso.
Dal primo stabilimento conserviero si passò, come detto, a uno sviluppo del settore prima con la realizzazione di uno stabilimento aperto dall’industriale Giovanni Degrassi di Isola d’Istria. Arrivò poi la cosiddetta “fabrica dei fransisi” ovvero la Società generale conserve alimentari.
Un’altra fabbrica fu realizzata da una cooperativa di pescatori gradesi che, però, in poco tempo venne assorbita dalle altre. A Grado sbarcò anche l’industriale Torrigiani che in seguito cedette la fabbrica alla Società “Arrigoni”, nota in tutto il mondo. Nel 1912 ci fu anche l’apertura di uno stabilimento da parte di tre gradesi che poi venne venduto alla Cooperativa Pescatori (successivamente fu trasformata in mercato ittico). Ovviamente anche i pescatori furono in buona parte contrattualizzati dalle varie fabbriche.
Era il periodo d’oro anche e soprattutto per tanti gradesi, in particolare per centinaia di donne che lavoravano in queste fabbriche, le cosiddette “Anciughere”. Vocabolo che evidentemente deriva da acciughe. Nelle fabbriche conserviere erano le sardelle quelle più utilizzate ma non mancavano nemmeno i sardoni e anche gli sgombri. Solamente molto tempo dopo, anche con l’arrivo dei nuovi macchinari e industrie, si passò alla lavorazione delle vongole e poi, del tonno.
Oggi ci sono ancora delle persone che preparano in casa le sardine in casa per la propria famiglia i parenti e amici. Tra l’altro va ricordato, come rammentava anche il dottor Ferruccio De Grassi nel libro “Grado – All’Ombra di S. Michele” edito dalle edizioni della Laguna, che lungo il porto sorse anche, nel 1904, una piccola industria per la fabbricazione del ghiaccio che veniva peraltro perlopiù acquistato dagli alberghi.
Ebbene anche queste storie fanno parte delle vicende gradesi, vicende che sono diventate uno spettacolo teatrale proposto dalla compagnia Grado teatro. Una pièce che va in scena proprio questa sera, alle 20.45 all’Auditorium Biagio Marin, nell’ambito della rassegna di prosa del Comune dell’Ente Teatrale Regionale. L’opera, intitolata “Le anciughere” è di Tullio Svettini e Giorgio Amodeo. A firmare la regia è lo stesso Amodeo che ha inteso creare una sorta di maldobrìa con Sior Bortolo intento a raccontare a siora Nina quei periodi in cui odorava di “freschin” e “salamoia”. Sul palco dell’Auditorium saliranno gli attori Luigina Bonetti, Andrea Cicogna, Fulvio Clemente, Nausicaa Dell’Ara, Ornella Dovier, Stefano Gaddi, Paola Iuri, Lucia Macor, Ester Pavlic, Arianna Salvador, Anna Scirè e lo stesso Tullio Svettini. —
An. Bo.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Il Piccolo