La festa dei 70 anni del Cai è già iniziata

Il Cai di Monfalcone si prepara a spegnere 70 candeline, perché tanti sono gli anni trascorsi da quel 1 agosto del 1948 in cui gli appassionati monfalconesi, dal 1933 attivi come sezione staccata della Società alpina delle Giulie di Trieste, presero pienamente in mano l'attività. All'insegna di un amore per la montagna, nelle sue diverse sfaccettature, nato, però, subito dopo il primo conflitto mondiale, nel 1919, quando, come raccontava il cavalier Renato Galessi nel 1981 sul bollettino informativo del Cai cittadino, un gruppo di quindicenni, iscritti alla sezione locale dell'Unione operaia escursionisti italiani, si lanciò alla scoperta dello sci. In modo eroico, come non poteva essere altrimenti in quegli anni.
Inforcata la bicicletta, con un viaggio di due ore e mezza, nel gennaio del 1920 raggiunsero Chiampovano, ora in Slovenia, per un primo incontro con lo sci. La passione cresce, le uscite pure, l'attività, anche escursionistica, si struttura, tanto che all'inizio degli anni '30 l'attività presciistica debutta nelle sale dell'albergo Roma di via Sant'Ambrogio e poi arriva la creazione della sottosezione del Cai dell'Alpina delle Giulie di Trieste. Irrompe la seconda Guerra mondiale, ma già nel 1945 si iniziano a gettare le basi per il futuro, anche a causa della situazione geopolitica della zona.
Nel 1946 riprende l'attività escursionistica, mentre l'anno successivo si avvia la costituzione in sezione autonoma. «Tra i fondatori c'è l'ex primario di oculistica dell'ospedale di Monfalcone Severino Stagni, rimasto iscritto fino alla sua morte - racconta l'attuale presidente del Cai cittadino, Lucia Luciani -, ma anche Silvana Giurissa, che nel 1948 aveva dieci anni e con il padre Giuseppe fu pure tra i primissimi soci». Madrina allora, in quanto socia più giovane, Silvana Giurissa lo sarà anche il 29 luglio della cerimonia del settantesimo che avrà come cornice il rifugio Grego, sopra Val Saisera, già teatro della nascita del Cai monfalconese nel 1948. L'appuntamento clou di due giorni, all'insegna delle escursioni, della musica, anche corale, e dello stare assieme, è però solo uno dei tanti messi a punto dal direttivo per festeggiare la ricorrenza.
Si è già iniziato il 14 aprile con l'assemblea dei delegati Cai del Fvg al Centro visite di Pietrarossa che l'associazione cittadina gestisce e anima assieme ad alcune altre realtà del volontariato locale per conto del Comune di Monfalcone. Il 4 maggio sarà la volta della prima delle due serate con alpinisti di portata mondiale che il Cai è riuscito a contattare e portare in città. Nell'auditoirum dell'Isis Pertini gli appassionati avranno modo di incontrare l'alpinista altoatesino Christoph Hainz, che ha effettuato scalate in tutto il mondo, in Marocco, Giordania, Antartide, Groenlandia, Himalaya, Patagonia, e nel 2003 è balzato agli onori della cronaca per la salita della parete nord dell'Eiger in solitaria in 4 ore e mezza. A chiudere il programma del 70esimo ci sarà poi l'appuntamento niente meno che con l'alpinista valdostano Hervé Barmasse, il cui curriculum sterminato comprende oltre 30 prime ascensioni, in Italia, Cina, Pakistan, Patagonia. Tra le due serate ci sono però la cicloescursione sul tracciato della ex ferrovia "Parenzana", ora pista ciclabile (120 chilometri in due tappe), che si svolgerà nel fine settimana 19-20 maggio e il trekking nel Parco nazionale del Gran Paradiso tra il 17 e il 22 luglio. Dopo la festa per il settantesimo, il 28 e il 29 luglio, a settembre sarà la volta della rassegna corale "Cantando la montagna", nella sala dell'Istituto di musica Vivaldi, e poi il 18 novembre della staffetta di 70 chilometri dal Monte Nero al Centro visite di Pietrarossa. "Nell'ultima frazione tra Doberò e Pietrarossa cercheremo di portare più soci possibile - spiega Fabio Bonaldo, coordinatore degli accompagnatori escursionismo della sezione -. Vorremmo che qualcuno effettui il tratto in roccia a Casa Cadorna e un piccolo tratto in grotta, a rappresentare quello che siamo". Cioè un'associazione che conta 615 soci e un gruppo di alpinismo giovanile cospicuo e molto attivo, perché la storia accumulata non è poca, ma lo sguardo è sempre rivolto al futuro.
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