La festa di maturità si trasforma in parata ustascia

A Fiume alcuni studenti hanno anche lanciato dei fumogeni  e imbrattato monumenti. Il sindaco: sta montando la violenza

FIUME. Quelli che avrebbero dovuto essere normali festeggiamenti per l’ultimo giorno di scuola prima dell’esame di maturità, si sono trasformati in una serie di atti vandalici a sfondo politico - con tanto di cori ustascia e imbrattamenti di monumenti - che hanno indotto lo stesso sindaco di Fiume a commentare in termini allarmati quanto accaduto. Perché stavolta si è proprio esagerato, e sono dovute intervenire anche la polizia e le guardie comunali per fermare i più facinorosi.

A Fiume, così come in altre città della regione quarnerina e del resto della Croazia, i maturandi hanno infatti celebrato l'ultimo giorno di scuola, e lo hanno fatto a modo loro. Qualcuno si è accontentato di lanciare uova e farina all’indirizzo di altri studenti o di malcapitati passanti; altri hanno voluto mostrare i muscoli, per far capire a tutti quale ideologia appoggiano. I più chiari in questo senso sono stati gli allievi della quarta classe del Nautico di Buccari, che sono sfilati lungo il Corso a Fiume indossando magliette nere e urlando “Per la Patria pronti” (ossia il saluto ustascia del defunto Stato indipendente di Croazia) e "Uccidi, uccidi lo zingaro", con un chiaro riferimento agli appartenenti alla comunità Rom.

Sono stati poi accesi candelotti di colore nero, il cui fumo è sembrato far scendere la notte in centro città mentre non erano nemmeno le 10 del mattino. Migliaia di maturandi si sono poi dati appuntamento nella zona del Delta, a Fiume: e in quella zona è stato effettuato anche il pericolossisomo lancio di un razzo segnaletico che solo per pura fortuna non ha finito per ferire (o peggio) qualcuno. Non basta: il monumento all'antifascismo è stato imbrattato con scritte nere, anche queste inneggianti allo Stato del gerarca ustascia Ante Pavelić.

La polizia fiumana ha fermato tanto l'autore delle scritte, un diciottenne, quanto il ventunenne - dunque un infiltrato nel gruppo - che ha sparato il razzo segnaletico. Non sono stati ancora scoperti invece i responsabili del danneggiamento dell'autobus in servizio sulla tratta Fiume–Buccari.

Chiamato a commentare le intemperanze e i continui richiami al regime ustascia, il sindaco di Fiume, il socialdemocratico Vojko Obersnel, è andato giù duro: «Qualcuno tenterà di giustificare gli episodi parlando di esuberanza giovanile, ma non è così. Da anni ormai simili comportamenti si verificano in tutta la Croazia: e dunque non possiamo parlare di casualità. Ci sono un odio montante, un'intolleranza, un'ondata di violenza, specialmente tra i giovani, che ci deve far riflettere e quindi agire. Purtroppo non ne è esente nemmeno Fiume, città che viene additata quale esempio di convivenza tra varie etnie, di multiculturalismo e quieto vivere».

«I giovani sono solo la punta del fenomeno: ci vogliono far tornare indietro nel tempo - ha concluso il sindaco - nei periodi bui del ventesimo secolo che sembravano superati e dimenticati per sempre».

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