La festa per i 166 anni della Polizia «Il nostro motto? Esserci sempre»

«Esserci sempre» e puntare su un modello di sicurezza che si riassume nei concetti di “polizia di prossimità” e di “sicurezza partecipata”. Sono questi i messaggi lanciati durante il 166esimo anniversario dalla fondazione della Polizia di Stato, celebrato ieri mattina al teatro Verdi alla presenza delle autorità locali, degli studenti dell’Istituto Da Vinci–Carli–Sandrinelli e della cittadinanza intervenuta.
«Nella sua esperienza al servizio delle istituzioni – ha scritto nel suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella –, la Polizia di Stato ha saputo dare valore ai cambiamenti che, con la Repubblica, l’hanno collocata a fianco dei cittadini, e oggi può affrontare le sfide della complessità con moderni assetti organizzativi e un patrimonio di culture, competenze, metodologie in continuo affinamento». Successivamente, è stata data lettura dei messaggi del ministro dell’Interno Marco Minniti, che ha sottolineato come l’impegno delle forze dell’ordine «a garanzia della democrazia ci consente di non rinunciare alle nostre conquiste civili», e del capo della Polizia Franco Gabrielli, il quale ha rilevato il proseguimento nella diminuzione dei crimini a livello nazionale.
Anche per quanto riguarda la provincia di Trieste, il numero totale dei reati è diminuito dai 3.746 dell’anno 2016/2017 ai 3.308 del 2017/2018. Nel particolare dei singoli reati, i dati riferiti allo stesso periodo rilevano che: i furti sono passati da 2.030 a 1.635, le rapine da 71 a 39, da 104 a 67 gli episodi di spaccio di stupefacenti. Allo stesso tempo, alla diminuzione generale dei reati è corrisposto un aumento degli arresti, passati dai 197 del 2016/2017 ai 227 del 2017/2018. Il Questore di Trieste Isabella Fusiello ha sottolineato nel suo discorso come il senso della giornata non volesse essere solo celebrativo, ma anche una viva testimonianza della presenza sul territorio. «Il tema scelto (“esserci sempre”) vuole suggellare l’intensa operazione di controllo e prossimità sul territorio per diffondere la cultura della legalità e della sicurezza». Il questore ha poi ricordato come l’anno precedente si sia rivelato impegnativo e pieno di risultati lusinghieri: la polizia è stata infatti impegnata in molte manifestazioni di ordine pubblico, tra le quali il quarto vertice dei Balcani occidentali, la Barcolana e le manifestazioni dei gruppi antagonisti e della destra radicale, che si sono svolte in un clima di civile convivenza. Il questore Fusiello si è quindi complimentata con la polizia di frontiera per il presidio costante dei confini e la lotta contro il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare (1.136 permessi di soggiorno rilasciati per i richiedenti asilo e 45 espulsioni effettuate nella provincia di Trieste). Specularmente, ha ricordato che l’accoglienza dei migranti è avvenuta senza alcun clamore e turbamento della vita pubblica. Il questore si è infine detta consapevole che l’indice di successo delle forze dell’ordine non è rappresentato solo dall’effettivo grado di sicurezza raggiunto, ma anche dalla relativa percezione da parte dei cittadini. «Dalla comunità triestina ci viene chiesto un presidio a ogni angolo della città, ma si può ben comprendere che ciò non è possibile. La risposta a questa domanda non deve essere una militarizzazione, quanto un modello di sicurezza che si riassume nei concetti di “polizia di prossimità” e di “sicurezza partecipata”, dove il contributo di ogni cittadino risulta indispensabile».
Per suggellare questa riflessione, il questore ha concluso il suo intervento con una citazione di Lin Yutang, scrittore e traduttore cinese: «Dove ci sono troppi soldati, non c’è pace. Dove ci sono troppi legislatori, non c’è giustizia. Dove ci sono troppi poliziotti, non c’è libertà».
Al termine dell’evento, sono stati premiati gli agenti che si sono distinti per le loro azioni sul campo: la medaglia d’argento al merito civile al vice-ispettore Alessandro Rossi; la promozione al merito straordinario ai sovrintendenti capo Roberto Giacalone e Ivano Orso; un encomio solenne all’assistente capo Davide Gerin, al vice-questore aggiunto Massimiliano Migliaccio, al primo dirigente Giovanni Cuciti; un premio-encomio all’ispettore Gian Luca Roman e Igor Cernic; un premio in denaro a Silvana Semeraro, Gianpaolo Marzetti e Fabrizio Caputi; un Compiacimento a Maurizio Bencic e Andrea Pupi; infine, una segnalazione al dipartimenti della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno per la concessione di adeguati riconoscimenti premiali a Salvatore Gava, Davide Volpatti, Gabriele Mengucci, Alessandro Morri e Giordana Conflitti.
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