La fiaba di via Rastello trasforma i locali sfitti in una grande enoteca dal sapore antico

la movida
C’era una volta una via piccola e antica, piena di negozi colorati e rumorosi. Al loro interno per quattro giorni l’anno si teneva ogni genere di festeggiamenti. Si cantava e si ballava, al suono di musiche diverse e contrapposte, tra arredi sempre nuovi e vini da tutti i continenti. Poi, d’un tratto, ogni volta al lunedì, la strada ripiombava nel silenzio. Come per un incantesimo, per altri 361 giorni la via era costretta a dormire.
Parafrasando la realtà, questa potrebbe essere la storia di via Rastello durante Gusti di frontiera. Una fiaba che, come tutte quelle che si rispettano, lascia in bocca qualcosa di amaro. Ma non è questo il momento di pensare al domani. La “domenica del villaggio” è in pieno corso e quasi tutta la salita è votata alla baldoria nei negozi sfitti. Sono, neanche a dirlo, ormai quasi la maggioranza degli spazi commerciali disponibili. Ognuno ha scelto un suo stile, potendo contare sulla bellezza naturale di tanti ex negozi, quasi tutti di impianto novecentesco. Il colpo d’occhio non delude né all’interno né all’esterno, e non stupisce che gli avventori in questi giorni si siano riversati in massa in questi fantasmi delle vita commerciale di un tempo. Ce n’è per tutti i gusti, sia per chi vuole provare qualcosa da mangiare o bere in tranquillità, sia per chi vuole restare sveglio a folleggiare per tutta la notte (o poco meno).
Una chiave di lettura stilistica per tutta la via forse c’è. Casualmente sembra che i vini facciano da padrone, ma non con i soliti calici a poco più di un euro. Sempre di più spuntano etichette importanti o particolari, e chiaramente una grande fetta del mercato temporaneo è affidata ai “padroni di casa”, con tanti bianchi di Collio e Brda.
Così sono rinati storici locali come Krainer, l’ex ferramenta che ancora deve trovare una sua ragione di esistere a lungo termine. Durante Gusti di frontiera è una delle location più spaziose e evocative. Anche quest’anno ha un’area esterna adibita alla musica, mentre tra gli arredi interni in legno troviamo secchielli per il ghiaccio e tanti vini. Sulle pareti è spiegato con un cartello il progetto di riqualificazione di Casa Sticsa, per chi avrà la pazienza di leggerselo. Potrebbe essere quasi un “manifesto” per spiegare tutto quello che potrebbe davvero diventare quest’area che la sua magia l’ha conservata tutta.
C’è poi chi in questi giorni si è “convertito” in modo più spettacolare del solito, come il Negozio romantico di Mischou, che si presenta con l’arte del padrone di casa letteralmente esplosa sulle pareti tra ritratti, quadretti e sedie colorate. Tra l’altro è uno spazio che si apre al pubblico nel modo più popolare, dato che c’è pure una “cabina per selfie”. Non manca la strizzata d’occhio ai bevitori abituali, con un cartello che annuncia la possibilità di ottenere una bibita gratis ogni dieci dello stesso tipo. Proposta non si sa se per hard user o per gruppi organizzati, per alcuni semplicemente una lodevole iniziativa.
Tra gli altri ex negozi o simili, spicca anche casa Ungrispach, con le sue volte in pietra e i suoi piatti tipici locali. In questa parte finale di via Rastello il programma prevede musica e concerti. Il resto è tutto da scoprire, contando sul fatto che questi spazi, quantomeno così allestiti, non si ripresenteranno più. —
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