La fornitura di prefabbricati e la “chiamata” di Figliuolo
il progetto
Figliuolo chiama, Italspurghi risponde. La missione? Fornire, in diverse zone del Paese, prefabbricati per effettuare le vaccinazioni nelle imprese, tassello fondamentale della complessa macchina organizzativa che il Governo ha messo in piedi per affrontare la pandemia, affidandola al generale Francesco Paolo Figliuolo.
Nella variegata galassia di servizi offerti dalla storica azienda triestina, infatti, adesso ci sono anche le cosiddette soluzioni abitative: prefabbricati modulari a uso sanitario, abitativo, ufficio, scuola. Di fatto, strutture temporanee sempre più attrezzate e confortevoli che possono essere usate un po’ ovunque.
Tutto nasce, spiegano i titolari dell’azienda, dai bagni chimici e dalla loro evoluzione nei grandi cantieri, dove oggi è obbligatorio che vi siano, oltre ai wc, anche docce e spogliatoi per gli operai. Da lì si è sviluppato un business che sta funzionando bene e per il quale, appunto, vi sono stati in questi giorni dei contatti tra l’azienda e il generale Figliuolo. Spiega Mattia Cergol (che tra l’altro è anche presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Alto Adriatico), che in azienda si sta occupando in prima persona di questa attività: «Abbiamo dato la nostra disponibilità al generale Figliuolo per rafforzare la fornitura di strutture in varie zone del Paese, per le vaccinazioni nelle aziende. Nel 2016 – spiega – abbiamo vinto una gara con la Consip e la Protezione civile dopo il terremoto in Centro Italia e da lì l’attività ha preso sempre più piede (Italspurghi ha anche donato due moduli abitativi per le popolazioni della Croazia recentemente colpite dal sisma). Abbiamo inoltre fornito moduli per le scuole di Opicina e Basovizza, e - aggiunge - diverse strutture per ospedali mobili, dove vengono effettuati ad esempio i tamponi, come quelle per Asugi a San Giovanni, o per l’ampliamento del reparto Covid all’ospedale di Monfalcone o, ancora, per l’ampliamento del triage a Cattinara. Abbiamo oltre 300 nostre strutture in giro per l’Italia, l’80 per cento nel Triveneto». —
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