La Grado di monsignor Fain e quella pastorale sul turismo con i pellegrinaggi notturni

la presentazione
Come spesso capita c’è chi diventa “grande” dopo la morte. Così monsignor Silvano Fain, il riconoscimento più grande, più significativo, l’ha ricevuto proprio il giorno dei funerali, del suo ultimo giorno di vita terrena, quando un’intera città lo ha accompagnato a spalla dalla basilica che aveva custodito per 41 anni fino al camposanto di Valle Le Cove.
Monsignor Silvano Fain è stato davvero un grande per Grado e non solo, anche perché nel corso del suo mandato pastorale ha avuto la capacità e la soddisfazione di veder consacrati ben 10 sacerdoti gradesi (gli ultimi tre giovani in contemporanea).
A oltre vent’anni dalla sua morte, l’arciprete che dal 1957 ha guidato i gradesi e i turisti (è stato un fautore della pastorale del turismo e ideatore dei pellegrinaggi notturni al santuario di Barbana) è stato ricordato con la pubblicazione di un libro intitolato “Benedictus qui venit” e sottotitolato Monsignor Silvano Fain e la sua Grado 1957-1998.
«Un libro dedicato – scrivono i curatori del volume Marzio Lauto, Paolo Corbatto e Rita Corbatto – a colui che amava dire con profonda convinzione “In nome de Dio, avanti!”, riconoscendo che senza l’aiuto del Signore nessuna strada potesse essere percorsa». E la pubblicazione risponde alla caratura del personaggio: 260 pagine ricche di fotografie e anche con la riproposizione di articoli pubblicati su Il Gazzettino, Voce Isontina e Il Piccolo. “Benedictus qui venit” sarà presentato oggi alle 16.30 all’Auditorium Biagio Marin, una sala dove è consentito accedere solo ed esclusivamente sino ad esaurimento dei 248 posti a sedere. La presentazione prevede tra l’altro anche l’omaggio del libro a tutti i presenti (è distribuito gratuitamente senza alcuno scopo di lucro).
Per i saluti di rito interverranno il sindaco Dario Raugna e l’arciprete attuale di Grado, monsignor Michele Centomo (la pubblicazione contiene anche un intervento di apertura degli stessi, oltre a quello dell’Arcidiacono di San Marco monsignor Antonio Meneguiolo). Seguiranno gli interventi del professor Matteo Marchesan, di uno dei curatori del libro Paolo Corbatto ed è prevista anche l’esecuzione da parte della Corale Santa Cecilia di alcuni brani cari a monsignor Fain.
Quello che viene presentato oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla morte, non è ad ogni modo una testimonianza completa di quanto accaduto e fatto durante i 41 anni di missione pastorale a Grado di monsignor Fain. In tanti si ritroveranno all’interno, altri personaggi invece mancano, anche se avrebbero sicuramente meritato di essere inseriti nel volume. Ad esempio le testimonianze della gente, anche quella comune, ma c’è da dire che in passato hanno sopperito anche alcuni libretti su monsignor Fain editi dall’associazione culturale La Bavisela, che riportano ulteriori notizie della vita cittadina gradese e dei legami della gente con l’allora arciprete. Uno spaccato di Grado unico. —
An. Bo.
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