La Grande Guerra e Italico Brass (con il nipote Tinto) nei musei dopo Sissi

Il Comune programma tre nuove importanti mostre Nel 2019 una retrospettiva dedicata al pittore “reporter”



Accantonata, senza dimenticarne l’esito trionfale, la mostra “Elisabetta d’Austria - Donna, imperatrice, viaggiatrice” che, negli spazi del Museo di Santa Chiara, ha registrato oltre 17 mila presenze, l’amministrazione comunale già pensa ai prossimi eventi espositivi.

Avremo così una mostra sulla Grande Guerra a fine ottobre mentre, per il 2019 – lo anticipa il sindaco Rodolfo Ziberna – sono in programma un’ampia retrospettiva dedicata a Italico Brass (a cui presenzierà anche il noto regista Tinto Brass, da molti considerato il maestro del cinema erotico italiano è stato invitato in quanto nipote del pittore goriziano nato nel 1870 poi morto a Venezia nel 1943), nonché una mostra dedicata ad artisti legati al territorio (Tullio Crali, Raoul Cenisi e molti altri, anticipa Ziberna).

Andando per ordine, l’esposizione sulla Grande Guerra, coordinata dall’associazione culturale Isonzo-Gruppo di ricerca storica, rientra nel progetto del Comune denominato “Gorizia 18-18” che, per la sua realizzazione, ha ottenuto un determinante contributo regionale di 75 mila euro; per dar vita alle iniziative previste nel programma presentato alla Regione che ha ottenuto il finanziamento, il Comune ha costituito un’associazione temporanea di scopo assieme a èStoria, Isig e, appunto, gruppo Isonzo. La mostra verrà inaugurata a fine ottobre e sarà allestita in Castello (luogo che ha sempre ospitato le mostre commemorative del centenario della Grande Guerra organizzate dal Comune e dalla stessa associazione Isonzo) o in altra importante sede espositiva cittadina. A tal proposito, il sindaco Ziberna pensa alla Fondazione Carigo in quanto permetterebbe di evitare i costi del Museo di Santa Chiara legati, ad esempio, alla guardiania.

«Il percorso della mostra che avrà per titolo “Dal Piave all’Isonzo: il fiume della memoria” – afferma Bruno Pascoli, presidente del gruppo Isonzo – si riallaccerà ai momenti storici del conflitto, dalle battaglie che si sono svolte sul Piave all’avanzata delle truppe italiane che sfonderanno il fronte austro-ungarico per arrivare a Gorizia il 7 novembre 1918. Approfondimenti saranno dedicati ai contenuti dell’armistizio di villa Giusti del 3 novembre, alla vita quotidiana della popolazione del Friuli occupato (si parlerà di monetazione, di requisizioni, di vessazioni sulle genti fondamentalmente ostili agli austriaci) per giungere alla situazione del territorio isontino e di Gorizia stessa nel 1918 e negli anni a seguire. Sicuramente, verranno trattate le tematiche legate al rientro delle profuganze e alla drammatica ricostruzione del tessuto urbano di Gorizia. A tal proposito, si inseriranno le testimonianze raccolte in questi mesi che forniranno uno specchio fedele di tanti piccoli eventi connessi a quel disgraziato periodo». C’è poi un valore aggiunto che la mostra desidera possedere e che Pascoli tiene a evidenziare: «Non si tratterà di un’esposizione classica di pannelli, fotografie e reperti ma verrà arricchita e si svilupperà con filmati d’epoca, anche inediti, che le daranno una veste multimediale innovativa».

“Dal Piave all’Isonzo: il fiume della memoria” durerà fino a fine giugno 2019 idealmente collegata al centenario del trattato di pace di Versailles. Come detto, però, non è l’unico evento espositivo a cui il Comune va pensando. Così, avremo modo di approfondire o meglio conoscere la figura e il lavoro di Italico Brass, di cui, ad esempio, si ricorda una mostra allestita tra il 2008 e il 2009 al Castello di Gorizia proprio nei giorni in cui le cronache riportavano una contesa tra gli eredi dell’artista riguardante un centinaio di dipinti (anche del Magnasco e del Parmigianino) accumulati in primis da Italico, con particolare attenzione al ’500 veneziano. E di Brass (che soprannominò “Tintoretto” il nipote Giovanni, da cui derivò il nomignolo Tinto), in tempi più recenti, si può anche ricordare una piccola esposizione due anni fa a Palazzo Attems Petzenstein realizzata dai Musei provinciali in collaborazione con la Fondazione Marignoli di Montecorona).

Questa volta, però, fra le sedi che potrebbero ospitare la retrospettiva su Brass, Ziberna pensa ancora alla Fondazione Carigo. Di tale evento, tuttavia, come su quello dedicato agli artisti del territorio, i dettagli saranno resi noti più avanti. Il tempo per pensarci non manca di certo. –



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