La guerra dei cartelli Isonzo sacro alla Patria o ai popoli d’Europa?

GRADISCA D’ISONZO. Nuova puntata nella “guerra dei cartelli” che al centro della contesa vede nientemeno che il fiume Isonzo. “Conteso” fra europeisti e patriottici. E di mezzo ci sono finiti, nuovamente, i cartelli recentemente affissi da alcuni Comuni isontini. La nuova cartellonistica dedicata all’Isonzo “Fiume sacro ai popoli d’Europa” era stata installata da marzo ad aprile dello scorso anno con diverse cerimonie fra Sagrado, Gradisca d’Isonzo, San Canzian d’Isonzo e Fiumicello, le municipalità che avevano aderito al progetto.
Ma la decisione non è piaciuta a tutti. C’è chi ha colpito almeno tre volte nell’ultimo anno per contestare la nuova dicitura. Se l’intento dei quattro sindaci era ricordare tutti i popoli che sulle sponde del fiume avevano perso intere generazioni nella prima guerra mondiale, per qualcun altro si è trattato invece di uno sgarbo in piena regola. E così qualche giorno fa, all’altezza della passerella che unisce Gradisca e la frazione sagradina di Sdraussina (Poggio Terza Armata) sui nuovi cartelli qualche mano ignota ha affisso nuovamente dei fac-simile adesivi – peraltro davvero molto simili agli originali – dello stesso colore, con la scritta “Isonzo Fiume sacro alla Patria” a coprire il nuovo corso. Era già accaduto nel giugno dello scorso anno.
La reazione non si è fatta attendere, perché appena poche ore dopo qualche altro anonimo cittadino ha invece strappato l’adesivo patriottico nel tentativo di ridare visibilità alla nuova dicitura europeista.
L’iniziativa di varare una nuova cartellonistica sull’Isonzo era nata su proposta da Antonio Boscolo della Croce rossa e dell’Unuci ed era stata accolta con entusiasmo dalle amministrazioni comunali. Per il promotore dell’iniziativa, «era doveroso dare risalto all’Isonzo allo stesso modo con cui è considerato un altro fiume caro alla patria, il Piave, per ricordare tutti i caduti in guerra e per sottolineare la sacralità del corso d’acqua e dell’unione dei popoli». All’inaugurazione erano intervenuti non solo i sindaci dei comuni interessati, ma anche la deputata europea dem Isabella De Monte, rappresentanti del parlamento e della Regione, il rappresentante austriaco del Comune di Poggersdorf Hillmar Suttinger e la Compagnia carabinieri di Gradisca, che ironia della sorte ora si trova a dover indagare sull’ennesimo blitz patriottico avvenuto l’altra notte.
Un altro episodio analogo ai due vissuti fra Gradisca e Sagrado era avvenuto nell’aprile di quest’anno a San Canzian, dove ignoti avevano “oscurato” una parte del cartello che all’imbocco del ponte di Pieris è stato dedicato dal Comune di San Canzian all’Isonzo fiume sacro ai popoli d’Europa. A scomparire, sotto una mano di vernice nera, erano stati proprio i “popoli d’Europa”, lasciando intatta perlomeno una generica – e perlomeno quella indiscussa – “sacralità”.
Può essere quella la strada per uscire da questa empasse sul fiume Isonzo? Una dedica più generica? O, più economicamente, una nuova cartellonistica che celebri sia la patria che i tanti popoli d’Europa e i loro caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale? Una soluzione – forse – che metterebbe d’accordo tutti. E una volta per tutte.
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