La Lega: «Altro che centro culturale loro vogliono costruire la moschea»

La celebrazione della fine del Ramadan nello spazio esterno dell’ex Hardi Discount di via Primo maggio ha sollevato critiche esplicite da parte della Lega Nord di Monfalcone, il cui segretario è Massimo Asquini, la quale non ha neppure “digerito” le parole espresse in quell’occasione.
Sotto accusa, dunque, modalità organizzative e comportamenti per i quali il Carroccio non ha lesinato quanto a toni e argomentazioni, non senza evidenziare la questione di fondo, l’utilizzo dell’immobile acquistato dall’associazione Baitus Salat quale Centro culturale islamico a fronte del progetto di ristrutturazione per il quale l’amministrazione comunale ne ha bloccato l’avvio dei lavori, non concedendo pertanto l’autorizzazione.
La Lega Nord cittadina ha premesso di voler intervenire sulla vicenda «ritenendo di farsi portavoce del diffuso sentire dei cittadini monfalconesi».
Quindi in particolare ha osservato: «Manifestiamo la contrarietà per le modalità con le quali la comunità musulmana ha inteso celebrare il Ramadan e le preoccupazioni per l’atteggiamento e le dichiarazioni di alcuni esponenti della comunità islamica locale. L’aver scelto di svolgere in questa occasione un’adunata nello spazio nel quale un comitato promotore intendeva realizzare un centro culturale islamico - prosegue il Carroccio -, è la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la vera volontà era quella di realizzare un luogo di culto, una vera e propria moschea. Si vorrebbe in tal modo violare le norme applicative della nostra Costituzione che richiede l’adozione di apposite intese nel rispetto dell’ordinamento giuridico italiano e la non contraddizione con esso».
La Lega Nord ha aggiunto: «Nessuna intesa è stata sottoscritta, anche perché nessuno è ancora riuscito a dimostrare formalmente che l’Islam sia compatibile con i valori costituzionalmente sanciti. La dimensione spirituale - ha quindi continuato - è solo una delle tante dell’Islam assieme a quelle legale, politica e sociale, fatta per lo più di doveri e divieti in contrasto con quelli della civiltà occidentale, come quelli previsti nella legge coranica, da imporre anche agli altri, spesso accompagnati dalla tolleranza verso l’azione di quelle componenti integraliste che plaudono agli atti di terrorismo contro coloro che non sono musulmani».
Tornando nello specifico alla celebrazione avvenuta nell’area esterna dell’ex Hardi, la Lega Nord ha argomentato: «Essendo l’area di via Primo maggio di proprietà privata, purtroppo non è stato possibile non consentire l’effettuazione dell’incontro, pur in presenza di ben comprensibili ragioni di sicurezza e di allarme sociale che un’iniziativa del genere può alimentare. Bene ha fatto, in ogni caso, l’amministrazione comunale a non concedere l’autorizzazione alla sistemazione dell’edificio nel rispetto delle leggi e in un quadro di legalità normativa».
La Lega Nord, quindi, ha concluso: «Piuttosto preoccupano le intenzioni manifestate per i siti di via Duca d’Aosta e di via Fanin per i quali sarà necessario vigilare affinché non si tramutino illegalmente in luoghi di culto o di fanatismo».
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