La leghista gioca d’anticipo il vitalizio in tasca a 50 anni

UDINE. Nel 1996, a 34 anni, da pasionaria leghista sposò le tesi secessioniste di Umberto Bossi. Ora a 50 anni, con nel curriculum pure un’immersione nel movimento autonomista di Sergio Cecotti, era il 2003, già stacca l’assegno vitalizio del Consiglio regionale. Esperienza non lunghissima in politica per Viviana Londero, ma sufficiente per portare a casa, dal prossimo 1 agosto, poco meno di 3mila euro lordi al mese. L’ufficio di presidenza di piazza Oberdan prende atto della domanda a firma Londero e delibera l’erogazione: precisamente 2.962,42 euro lordi mensili, corrispondenti al 25,3% dell’indennità parlamentare al primo gennaio 2011 (pari a 11.703,64 euro).
Tutto regolare, naturalmente. Privilegi della Casta scritti nero su bianco in legge. Ma anche un’altra dimostrazione di come gli ex esponenti del Carroccio non disdegnano il vitalizio anticipato. I numeri, infatti, parlano chiaro anche a livello nazionale. Della prima lista dei 26 contestatori delle nuove norme previdenziali per i parlamentari applicate solo a pochi ex, ben 15 avevano militato in passato nella Lega Nord, il partito che si affacciò alla ribalta della prima Repubblica in agonia tuonando «Roma ladrona».
Il passato politico della consigliera regionale già sindaco di Osoppo? Secondo le cronache dell’epoca, firmando un documento pro secessione in stile Bossi, a fine 1996 fu all’origine della sfiducia al presidente Sergio Cecotti. Pds e Ppi, partiti post-Tangentopoli, dopo aver visto Cecotti presente alla proclamazione a Venezia della Padania libera, non ci passarono sopra. Londero, per portare a casa la pensione da ex inquilina di Palazzo, sfrutta il dettato di una legge regionale di quella legislatura, la 38 del 13 settembre 1995. All’articolo 3 sono disposte, sull’indennità di presenza, le trattenute obbligatorie nella misura del 17% a titolo di contributo per la corresponsione dell’assegno vitalizio. All’articolo 4 dell’Ordinamento della cassa di previdenza per gli eletti in Regione si legge inoltre che per ogni anno di mandato consiliare o di contribuzione oltre il quinto anno (Londero ha alle spalle due legislature, dal 1993 al 1998 e dal 1998 al 2003), l’età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all’età di 55. All’articolo 7, infine, ecco che, su richiesta dell’interessato, è possibile l’anticipazione dell’assegno per altri 5 anni, con una riduzione dell’importo del 5% per ogni anno. Considerato che Londero, classe 1962, compirà 50 anni il prossimo 25 luglio, ci sono tutti i requisiti per il vitalizio. La decorrenza? La fissa l’articolo 13 della 38: si parte dal primo agosto. Quanto al compenso, secondo l’articolo 17 della legge 18 del 29 dicembre scorso, la più recente normativa che trasforma il sistema retributivo in contributivo (ma solo dalla prossima legislatura), il calcolo viene fatto sulla base dell’ammontare mensile lordo dell’indennità parlamentare riferita a gennaio 2011, attualmente pari a 11.703 euro e spiccioli.
A Londero, che somma dieci anni di contribuzione, spetterebbe il 33,75% di quella cifra ma, visto l’anticipo della pensione regionale da 55 a 50 anni, le si deve sottrarre il 5% per ciascuno dei cinque anni. Riassunto: dal prossimo agosto la Regione verserà ogni mese all’ex leghista 2.962,48 euro lordi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo